Il presidente del consiglio provinciale di Bolzano Roberto Bizzo ha confermato la sua uscita dal Partito democratico altoatesino. L'ex margheritiano segue così i dissidenti dopo lo strappo di mercoledì scorso.
"Lascio il Pd - ha detto in una conferenza stampa - ma resto nel centrosinistra. Non potevo restare più a lungo, sarebbe stato ipocrita". Secondo Bizzo, "la candidatura di Boschi e Bressa non è il motivo dello strappo, ma la dimostrazione del profondo disagio presente da tempo nel partito". "Lascio un partito - ha aggiunto - che mi ha lasciato da molto tempo". Il presidente del consiglio provinciale ha accusato la nuova segreteria del Pd altoatesino di non aver cercato il dialogo con la minoranza che lui rappresenta. "Anche Renzi - ha proseguito Bizzo - non è più quello che aveva promesso di essere, quando disse di volere più territorialità e un abbandono delle vecchie logiche". Bizzo ha ipotizzato "Noi per l'Alto Adige" come nuovo nome del suo gruppo consiliare in Provincia.
Bizzo ha accusato il suo ormai ex partito di non aver preso contromisure dopo le ultime elezioni comunali, quando il Pd perse la guida di alcuni Comuni. Per quanto invece riguarda il braccio di ferro di Bizzo sulla questione della toponomastica ha detto: "Il tema mi è costato un processo in un'assemblea provinciale nella quale si è consumata per me la vera rottura con questo partito e chi lo rappresenta". Il presidente del consiglio provinciale ha respinto le accuse, sollevate da ambienti del Pd, di non aver versato i contributi dovuti al partito. "Non ho mai mancato - ha sottolineato - un versamento a favore del Pd e il presunto disavanzo che oggi viene ingiustamente reclamato è legato al mio fondo pensione al quale devo personalmente contribuire".
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