La sua storia aveva tenuto
l'Italia col fiato sospeso per più di un anno. Rapita il 2
febbraio 2011 dal gruppo terrorista legato ad Al Qaeda presente
in Algeria, Maria Sandra Mariani era stata e liberata dopo più
di 14 mesi di prigionia, il 17 aprile 2012. La sua testimonianza
è stata la più forte fra quelle raccolte nel documentario 'Sahel
& Sahara Connexions' sui movimenti terroristici del Nord Africa,
proiettato al Parlamento europeo. E' la prima volta che la donna
di San Casciano Val di Pesa (Firenze) racconta la sua esperienza
in un film-documentario.
"Mi interessava far vedere l'interesse che sta dietro al
terrorismo, che non è solo prelevare ostaggi ma un traffico
illegale dove la religione non c'entra nulla", ha spiegato
Mariani. "Sfortunatamente sono qui per aver vissuto
un'esperienza che non avrei voluto", ha detto davanti a una sala
gremita, "le nazioni non hanno dato molta importanza" al
terrorismo nel Sahel, "e questo mi ha fatto paura, perché si
tratta di piccoli gruppi ben organizzati che non lasciano nulla
al caso". "Dietro alle migrazioni di oggi ci sono sempre loro",
i terroristi e la criminalità organizzata, è convinta Mariani,
"certo le persone scappano da Paesi dove c'è la guerra, ma
dietro c'è altro". "Durante la mia prigionia vedevo arrivare
ragazzi nuovi, reclutati in villaggi sperduti nel deserto che
non avevano mai visto una donna straniera", ha raccontato
Mariani, "li affascinava avere un'arma o un telefonino, quindi
bisogna prima di tutto aiutare la popolazione", anche "perché i
terroristi davano loro uno stipendio". La Federazione africana
in Toscana sta ora lavorando per poter portare l'esperienza
raccontata nel documentario anche in Regione e al Parlamento
italiano.
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