Una piattaforma in
legno e un nido artificiale per favorire la colonizzazione del
lago della Riserva naturale Santa Luce del falco pescatore,
specie che in Italia nidifica soltanto con alcune coppie nel
Parco della Maremma (grazie a un progetto di reintroduzione) e
una coppia in Sardegna. Il progetto, realizzato grazie al
sostegno del gruppo Solvay, è stato presentato oggi al centro
visite della Riserva naturale Santa Luce, gestita dalla Regione
Toscana e dalla Lipu.
Il ritorno del falco pescatore nel lago di Santa Luce, dove
peraltro ha già una presenza costante in tutte le stagioni come
migratore, è di fondamentale importanza per la ricostituzione
della complessa piramide alimentare che caratterizza gli
ecosistemi acquatici. Per questo, come hanno spiegato Silvia
Mascagni, responsabile Lipu della Riserva, e Andrea Daina
Palermo, dipendente Solvay e volontario Lipu, è stato
posizionato un nido artificiale accanto a un albero della sponda
est del lago. Il nido utilizzato di frequente dal falco
pescatore durante le sue soste nella zona. Il nido presenta
anche una sagoma artificiale di falco, una strategia già
sperimentata con successo nella vicina Corsica, dove il falco
pescatore si riproduce, e utile per attrare gli individui della
specie e stimolarne la nidificazione.
"Siamo particolarmente lieti - ha affermato Nicolas
Dugenetay, direttore dello Stabilimento Solvay di Rosignano - di
scrivere una nuova pagina nella nostra collaborazione ormai
ultratrentennale con Lipu, attraverso un'iniziativa che è nata
anche da un'idea proveniente dal nostro personale. Per Solvay la
biodiversità è futuro e la tutela dell'ambiente è una priorità,
declinata anche all'interno del programma Solvay One Planet, che
raccoglie gli obiettivi di sostenibilità ambientale del Gruppo,
realizzati dal Sito di Rosignano attraverso un programma di
azioni concrete".
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