Stavano cercando di
fuggire all'estero, probabilmente in Portogallo, i due pakistani
di 22 e 30 anni fermati ieri sera su un treno diretto a Torino
che venerdì sera hanno rapinato e ucciso un uomo indiano di 59
anni a Seano, frazione di Carmignano (Prato). Gli aggressori,
individuati tramite le immagini delle telecamere della
videosorveglianza, sono stati fermati dai carabinieri con
un'indagine di tipo "classico" - coordinata dalla procura di
Prato con il capo facente funzioni Laura Canovai e la sostituta
Valentina Cosci -, dato che i due si erano disfatti dei
cellulari. Dall'analisi delle immagini gli inquirenti ipotizzano
anche che l'uomo non sia morto subito dopo aver ricevuto le
coltellate ma sia rimasto agonizzante per circa una mezz'ora,
senza riuscire a chiedere aiuto.
Ancora nessuna traccia dell'arma del delitto, ma,
riferiscono gli investigatori, le banconote trovate in possesso
dei due fuggitivi erano macchiate di sangue, con tutta
probabilità quello della vittima. Si tratta di diverse migliaia
di euro. I tre si conoscevano: i pakistani dovevano aiutare il
59enne nel suo lavoro di compravendita di abiti nel distretto
pratese. L'ipotesi è che qualcosa sia andato storto negli
accordi economici fra i tre e che da questo sarebbe nata una
lite, poi sfociata nell'omicidio. Il 59enne indiano era molto
conosciuto tra l'Emilia e la Lombardia essendo stato presidente
e fondatore del Gurdwara Singh Sabha di Novellara, uno dei più
grandi templi sikh d'Europa.
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