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In evidenza
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Avrebbe ingannato l'attrice ed ex
showgirl Randi Ingerman "facendole credere", anche creando
"provvedimenti giurisdizionali falsi", di aver avviato o vinto
alcune cause, che in realtà o non esistevano o erano state
perse. Per questo l'avvocatessa Serena Grassi, che era legale di
fiducia dell'ex protagonista anche di noti spot pubblicitari,
ora rischia di finire a processo a Brescia con le accuse di
patrocinio infedele e falso. La notizia è riportata oggi nelle
pagine milanesi del Corriere della Sera. Come si legge negli
atti, l'udienza preliminare a carico dell'avvocatessa 44enne è
stata fissata dalla gup di Brescia Federica Brugnara per il 5
dicembre e tra le parti offese, oltra ad Ingerman, rappresentata
dal legale Davide Steccanella, figurano anche due magistrati
milanesi Adriana Cassano Cicuto e Zenaide Crispino. L'imputata,
infatti, avrebbe fatto passare le due giudici civili, ignare di
tutto, come firmatarie di provvedimenti in realtà falsi. Da qui
la competenza della Procura di Brescia ad indagare, col pm
Giovanni Tedeschi che ha chiesto il rinvio a giudizio per la
44enne. In un caso l'avvocatessa avrebbe fatto credere ad
Ingerman che aveva vinto un procedimento contro una banca per
una somma di "277mila euro" e in un'altra occasione di aver
presentato "un ricorso all'Inps" o anche "di essersi costituita
in giudizio" contro una clinica, che aveva assistito l'attrice
per problemi personali.
Come segnalato dal pm di Brescia nelle imputazioni,
l'avvocatessa nell'ambito di più "procedimenti civili, penali e
del lavoro" avrebbe redatto cinque "provvedimenti
giurisdizionali" falsi, ma molto simili ad "atti originali". In
particolare, tra il 2020 e il 2022, avrebbe creato un
provvedimento di rinvio d'udienza di una causa civile, una
sentenza civile con tanto di firma falsa di una giudice, un
"decreto di omologa" della sezione lavoro del Tribunale
milanese, anch'esso falso, come scrive il pm, e firmato
all'apparenza da un altro magistrato. E poi ancora una
"sentenza" del Riesame ma senza firma e un "provvedimento di
fissazione di udienza" davanti alla Corte d'Appello di Venezia.
Le denuncia di Ingerman, nata negli Usa e residente a Milano,
contro la sua legale era stata presentata nel luglio del 2022 e
qualche mese dopo nell'indagine erano stati effettuati anche dei
sequestri di documenti a carico dell'avvocatessa da parte della
Gdf.
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