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In evidenza
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Poteva sembrare difficile, forse
anche impossibile, ma loro, The Kolors, l'hanno fatto di nuovo.
Con Karma, il brano uscito un mese fa, sono di nuovo in vetta
alle classifiche radio da due settimane. Un altro successo, un
altro tormentone centrato, dopo Italodisco, che l'estate scorsa
ha sbaragliato tutti i concorrenti ("a sorpresa, contro i mostri
a tre teste"), e dopo il brano portato a Sanremo, Un ragazzo una
ragazza. "Davvero non ce lo spieghiamo - racconta all'ANSA
Stash, leader della band di cui fanno parte anche il cugino Alex
Fiordispino alla batteria e Dario Iaculli al basso -. La chiave
del successo? Penso che stia arrivando qualcosa di sincero alle
persone, un messaggio di genuinità". Il brano, che promette di
tener banco durante l'estate, con il suo double tempo strizza
ancora una volta l'occhio agli anni Ottanta, ispirato dal mondo
degli A-ha e di Michael Sembello. "È la decade che consideriamo
di ispirazione totale, siamo cresciuti con quella musica lì -
dice ancora la band -. Crescendo abbiamo avuto modo di
analizzare il messaggio, che era quello di puntare sempre
all'unicità. Forse è stato l'ultimo periodo musicale in cui si
cercava di non essere omologati". Come negli Ottanta, The Kolors
puntano a un sound tutto loro, che sia riconoscibile. "Della
citazione noi facciamo un punto di forza, mostriamo in maniera
palese le nostre radici che affondano negli anni Ottanta, ma che
si declinano ai giorni nostri soprattutto nella scrittura, nei
testi, nelle metriche, nel modo di scomporre le melodie, andando
a pizzicare le corde della nostalgia". Il sound The Kolors,
quello che in 10 anni di carriera (da quando nel 2015 Stash
vinse ad Amici) si è andato delineando. "Anche quando là fuori
non si facevano tutti questi dischi di platino, e le cose erano
un po' altalenanti, avevamo le idee chiarissime. Il nostro
obiettivo era ed è essere riconoscibili alla prima nota, come lo
erano per noi da ragazzini gli Arctic Monkeys. Un obiettivo che
si sta consolidando, con un pizzico di consapevolezza e
credibilità in più". Nessuna distrazione e occhi puntati sulla
meta, e quindi per il momento niente impegni tv. "Per quattro
anni ho fatto Amici, e in passato c'è stato un interessamento da
X Factor, ma in questo momento vogliamo fare musica. Meglio una
cosa fatta bene, che due così così". Nessuna paura di rimanere
ingabbiati nella definizione di band da tormentone. "Sarebbe
così se ripetessimo in eterno le stesse sonorità, ma tra
Italodisco e Karma c'è un'evoluzione, un cambiamento per
raccontare un'altra sfumatura della nostra palette di colori.
Karma si distacca dal mondo della cassa in 4, della disco dance
anni '70-'80. Anche se poi, a monte, consideriamo tormentone un
gran bel complimento. La hit che avrei voluto scrivere? Senza
dubbio Imagine di John Lennon, e chi ne cita un'altra, mente".
Posto che non esiste la ricetta per azzeccare il brano di
successo, esiste almeno un ingrediente da non dimenticare?
"Qualsiasi sequenza di note e parole può diventare un
tormentone. Quando non succede è perché non si è completamente
sinceri. E la sincerità sta soprattutto nel suono". Per questo,
forse, riscuotono un enorme successo anche tra i più piccoli, "o
forse perché sono diventato papà e scrivo melodie più semplici,
che in qualche modo ricordano le filastrocche. Secondo me, anche
la trap nelle melodie è molto filastroccosa, motivo per il quale
piace molto ai più giovani". Tra i fan più accaniti la figlia di
Stash, Grace, tre anni e un orecchio musicale da far invidia.
"Ci sente provare in studio e capita che le canzoni che lei
comincia a cantare sono quelle che poi noi scegliamo come
singoli. Italodisco è stata la prima canzone che ha imparato a
memoria dopo Baby Shark. Adesso ne sta già cantando un'altra che
non è ancora fuori". Ma che probabilmente sarà inclusa nel
prossimo album dei The Kolors. "Ci stiamo lavorando, nei
prossimi mesi speriamo di chiuderlo". In mezzo però, un tour che
parte dall'Italia ("da Roma il 26 giugno, dove abbiamo fatto il
nostro primo concerto dove la gente pagava per vedere proprio
noi"), per spostarsi poi per la prima volta in Europa, tra
Germania, Svizzera, Polonia, Lituania, Estonia e Lettonia.
Reduci dall'esperienza sanremese, la seconda, al momento non
pensano di fare il tris. "È la canzone che comanda. E per ora
non c'è. Però i nostri due festival sono stati molto diversi tra
loro: nel 2018 con Baglioni c'era la gara, con Amadeus c'è stato
uno switch. La gara c'è, ma tutti possono vincere a modo loro.
La nostra vittoria era il primo posto in radio, ed è successo.
Per Geolier è stato un'altra, così come per Rose Villain: ognuno
ha avuto la sua fetta di torta e vinciamo tutti. Sanremo è come
i Mondiali di calcio: divide, ognuno con il suo cantante
preferito, ma insieme".
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