ROMA, 23 OTT - Sono stati necessari 25 anni per vincere la
resistenza a concedersi una tournee intera nei palasport. "Eh
sì, ci ho messo un po' - scherza Daniele Silvestri, che venerdì
25 e sabato 26 debutta con una doppia data a Roma per il suo
primo tour nei palazzetti -. Sono spazi difficili, impegnativi
per l'ascolto. Per convincermi ci doveva essere un buon motivo,
qualcosa che rendesse unica l'esperienza". Il buon motivo,
giura, non è il quarto di secolo che ricorre dai suoi primi
passi in musica. "No, no. L'aspetto autocelebrativo è quello che
mi interessava di meno, anche se ho provato a dargli un senso,
ma in fondo sono solo numeri...", spiega sornione il cantautore
romano. A far lavorare la sua fantasia ("una follia", preferisce
chiamarla lui), è stata la possibilità di lavorare su spazi
vuoti, da riempire e cui dare vita. Da lì, la scommessa di una
scenografia che c'è senza esserci, con il palco al centro della
platea e, letteralemnte, la terra sotto i piedi (titolo
dell'ultimo album pubblicato). "Un'altra follia senza motivo",
ride.
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