Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
(di Patrizia Antonini) (ANSA) - CARACAS, 29 LUG -
L'opposizione non ha sfondato. Il presidente, Nicolas Maduro, è
risultato il più votato (con l'80% delle schede scrutinate ha
ottenuto il 51,2% contro il 44,02% di Edmundo Gonzalez Urrutia),
e sarà lui a capo del Venezuela fino al 2030, totalizzando così
17 anni alla guida del governo. Un periodo più lungo del suo
mentore Hugo Chavez , che nel 2012, prima di morire, lo scelse
all'interno del suo cerchio magico per portare avanti il
progetto socialista bolivariano, e di cui proprio nel giorno
delle elezioni ricorrevano i 70 anni dalla nascita. "Non ci sono
riusciti con le sanzioni, con l'aggressione, con la minaccia.
Non ce l'hanno fatta ora e non ce la faranno mai con la dignità
del popolo del Venezuela. Il fascismo in Venezuela, la terra di
Bolivar e Chavez, non passerà", sono state le prime parole di
Maduro, che ha festeggiato con migliaia di supporter concentrati
davanti al Palazzo Miraflores. "Chavez vive. Chavez questo
trionfo è tuo. Hasta la victoria siempre. Voi siete il popolo
della pace, il popolo di Dio", ha poi aggiunto mettendo in
guardia su "un massiccio attacco hacker al centro del Consiglio
elettorale". "Sappiamo chi lo ha fatto. Lo hanno fatto perché
volevano impedire che il popolo del Venezuela avesse il suo
risultato ufficiale oggi. Per poter recitare il copione che
avevano preparato, per poter 'urlare alla frode'. Gente brutta,
brutti, la gente bella è qui con me", ha aggiunto ricordando:
"Questo film lo abbiamo già visto" con Capriles, ci furono
morti" per colpa loro. Non permetteremo che scatenino ancora la
violenza. Oggi ha prevalso la voce della pace". Negli stessi
momenti, mentre nel cielo di Caracas sono esplosi i fuochi
artificiali accompagnati da note di salsa e uno show di droni,
il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha fatto uscire una
dichiarazione in cui ha espresso "seri dubbi" che i risultati
delle elezioni presidenziali rappresentino la volontà del
popolo. Poche ore prima, la vicepresidente, Kamala Harris e
altri sette Paesi dell'America Latina, avevano chiesto il
"rispetto della volontà del popolo venezuelano". In 25 anni di
vita politica, l'ex autista di autobus, che si paragona ad un
'gallo pinto', (un gallo da combattimento), è stato deputato,
presidente del Parlamento, ministro degli Esteri, e capo del
Partito Socialista Unito del Venezuela (Psuv). Dall'8 dicembre
2012, è l'erede del comandante eterno, che lo designò in tv,
quando era ormai malato terminale. Il caudillo allora assunse il
ruolo di presidente ad interim fino a quando il Consiglio
nazionale elettorale convocò le elezioni, nell'aprile 2013. -
Non sono Chávez, ma sono suo figlio", dichiarò Maduro durante la
campagna elettorale. In quell'occasione ottenne il 50,61% contro
il candidato del Tavolo di unità democratica (Mud) Henrique
Capriles, col 49,12%. E nel 2018, Maduro vinse ancora, contro il
candidato dell'opposizione Henri Falcón. Un risultato che fu
sconfessato da gran parte della comunità internazionale. Nella
sua traiettoria al potere, l'ex autista di autobus ha vissuto
soprattutto sull'eredità di Chavez, il Paese è stato
perennemente sulle montagne russe, con ondate di proteste e
repressioni che gli sono costate accuse di violazione dei
diritti umani alle Nazioni Unite, un'indagine della Corte penale
internazionale e decine di sanzioni internazionali.
Notizie ANSA Scegli l’informazione di ANSA.it
Abbonati per leggere senza limiti tutte le notizie di ANSA.it
Abbonati oraSe è una notizia,
è un’ANSA.
Raccogliamo, pubblichiamo e distribuiamo informazione giornalistica dal 1945 con sedi in Italia e nel mondo. Approfondisci i nostri servizi.
Resta connesso
Ultima ora