"Ai circa trecentocinquantamila
soldati, venuti da Paesi lontani, morti per liberare l'Italia e
il mondo dall'incubo del nazifascismo, l'Italia si inchina
doverosamente, con commozione e con riconoscenza. Quei ragazzi,
che riposano sotto le lapidi bianche dei cimiteri alleati che
costellano la nostra Penisola, li sentiamo come nostri caduti,
come nostri figli. Liberazione, dunque, dall'occupante nazista,
liberazione da una terribile guerra, ma anche da una dittatura
spietata che, lungo l'arco di un ventennio, aveva soffocato i
diritti politici e civili, calpestato le libertà fondamentali,
perseguitato gli ebrei e le minoranze, educato i giovani alla
sacrilega religione della violenza e del sopruso. L'entrata in
guerra, accanto a Hitler, fu la diretta e inevitabile
conseguenza di questo clima di fanatica esaltazione". Lo ha
detto il presidente della repubblica, Sergio Mattarella,
celebrando la festa della liberazione a Civitella Val di Chiana.
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