Li chiamano i figli del
silenzio: ventimila bambini rubati durante la dittatura di
Augusto Pinochet (1973-1990) in Cile. Allontanati dalle famiglie
appena nati, mandati in adozione, venduti, in Europa o in
America del Nord. Un mosaico dell'orrore a cui si aggiunge un
nuovo tassello: 55 di loro arrivarono in Italia. Quelli nati nel
1990, secondo alcune testimonianze, furono portati in un
orfanotrofio e da lì, sembra, in Sardegna.
Il dato inedito della polizia civile, è stato diffuso nel
quadro del quarto congresso della Fondazione figli e madri del
silenzio, in occasione della presentazione della campagna di
ricerca.
Un'iniziativa che in virtù della collaborazione con l'agenzia
Cheil Chile potrà contare sulle immagini create da zero di come
potrebbero essere oggi quei bebè. Un'operazione possibile grazie
alla combinazione della genetica digitale e dell'intelligenza
artificiale, con video e foto che verranno diffusi nei Paesi di
ricerca.
All'attivo ci sono 1.144 denunce di minori destinati a
famiglie in Svezia (178), Cile (119), Stati Uniti (90), Italia
(55), Francia (30) e altri Paesi.
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