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Renato Zero, tempi cambiano ma non abbandono musica e sogni

Renato Zero, tempi cambiano ma non abbandono musica e sogni

Arriva 3/o capitolo di Zerosettanta, "e su Fonopoli vado avanti"

ROMA, 27 novembre 2020, 12:04

Redazione ANSA

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Tre dischi, in tre mesi. Così Renato Zero conclude con l'uscita di Volume 1, il terzo capitolo di Zerosettanta (per Tattica), il lungo viaggio iniziato a settembre (nel giorno del suo settantesimo compleanno), continuato a ottobre e ora concluso a novembre.
    Un cerchio che si chiude, per un lavoro coerente dal primo all'ultimo dei 40 brani incisi, con l'obiettivo (dichiarato) di arrivare alla radice delle emozioni, per lasciare sempre il segno. E senza alcuna intenzione di concludere un viaggio, iniziato oltre 50 anni fa. Nonostante i tempi e i gusti che cambiano (e il testo del brano di apertura Amara Melodia che recita "adesso smetto perché sei ferita"). "Immagino a fatica di potere essere un Don Chisciotte - dice Renato Zero, criticando senza troppi giri di parole radio e discografia, ree di non rendergli la giusta considerazione -. Quando vieni da una stagione prolifica di talenti e cantautori e fatichi ad avere corrispettivo di confronto, questo distacco ti crea imbarazzo.
    Ma continuerò a offrire la mia partecipazione e il mio talento".
    E come non vuole rinunciare alla musica, Zero non rinuncia neanche ai suoi sogni. Uno in particolare, quello di Fonopoli, la cittadella della musica progettata ma mai finora realizzata, "nonostante il confronto con tre sindaci, durante quattro legislature). "Ho parlato al telefono con la sindaca di Roma Virginia Raggi non più di dieci giorni fa, è stata molto attenta. Ha sempre stimato l'idea di Fonopoli e io, che non mollo, le ho prospettato l'idea di utilizzare anche spazi in disarmo, come le caserme".
    Un pensiero va anche a Maradona, scomparso mercoledì. "Le persone che danno con generosità meritano di essere ricordate.
    Un grande, ma più si è grandi, più si è soli. E la sua solitudine è stata complice della sua dipartita". E Zero si sente solo? "No, perché per fortuna ho famiglia numerosa, ringrazio di essere ben corredato di affetti". A mancargli, in tempo di covid, sono l'incontro e l'abbraccio con il pubblico.
   
   

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