La pandemia colpisce duramente le
aziende culturali: oltre il 70% stima perdite del 40% del
proprio bilancio e il 13% addirittura superiori al 60%. Solo il
22% immagina un futuro ritorno alla normalità, mentre il 50%
prospetta una riduzione delle proprie attività. Ben il 73% teme
taglio ai fondi. A lanciare l'allarme, il 16/o Rapporto Annuale
Federculture Impresa Cultura, quest'anno con il sottotitolo "Dal
tempo della cura a quello del rilancio".
Allargando però l'obiettivo, il Rapporto racconta come il
settore vivesse luci e ombre anche prima dello scoppio
dell'emergenza. A partire dal miliardo di risorse pubbliche in
meno alla cultura negli ultimi vent'anni. E sulla fruizione:
dopo un decennio di piena crescita, a partire dal 2010 la
partecipazione culturale degli italiani ha visto un forte calo
per cinema (- 6,1% negli ultimi dieci anni), teatro (-8,8%),
musica classica e leggera (-4,9% e -4,7%). Fanno eccezione i
musei, superstar in crescita del 21,5% in vent'anni e del 7% dal
2010, così come siti archeologici e monumenti con +36,8% tra
2001 e 2019 e +19,7% negli ultimi dieci anni.
"Per fronteggiare l'emergenza, quest'anno siamo arrivati a 9
miliardi di risorse ai settori della cultura e del turismo",
sottolinea il ministro Dario Franceschini. ''Tutti i decisori
politici, anche quelli più lontani, hanno capito quanto in
Italia sia importante l'investimento in cultura. Sono convinto -
aggiunge - che tutte le crisi possano offrire opportunità.
Adesso dobbiamo aiutare tutte le imprese e i lavoratori del
settore ad attraversare questo deserto. Ma appena la pandemia
terminerà, ci sarà una ripartenza dei consumi culturali molto
forte. La gente avrà voglia di vivere la bellezza, di consumare
cultura, di venire a vedere l'Italia".
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