Da tempo Monsef El Mkhayar, foreign
fighter marocchino di 24 anni partito per la Siria nel 2015 e
ora detenuto nel Paese arabo dalle autorità curde, va dicendo,
anche attraverso i suoi familiari, di essersi dissociato
dall'Isis. "Dice anche di voler collaborare con le autorità
italiane", ha spiegato oggi il suo legale, Gianpaolo Di Pietto,
che ha presentato per il giovane, condannato in primo grado a 8
anni per terrorismo internazionale, alla Corte d'Assise
d'appello di Milano una richiesta di legittimo impedimento "a
comparire" nel processo, appunto perché "è detenuto nel
Kurdistan".
I giudici sulla base dell'istanza hanno rinviato la prima
udienza del secondo grado, in programma per oggi, al 20 marzo
2020. Nel frattempo, si capirà se Monsef riuscirà a tornare in
Italia, dove vuole rientrare come ha spiegato anche di recente,
intervistato nel carcere curdo. Prima di partire per la Siria,
Monsef era in una comunità di accoglienza per minori nel
Milanese.
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