Aspettative in calo, diseguaglianze
sociali, rancore, chiusura e repressione, sullo sfondo di una
società che ha rinunciato a consumi e investimenti. Sono queste
le caratteristiche dell'eredità lasciata all'Italia dalla crisi
del 2008 secondo la ricerca 'Miti del rancore, miti per la
crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo'
condotta dal Censis in collaborazione con Conad.
L'analisi sull'Italia, presentata oggi a Roma, mostra un
Paese che nutre un forte disagio per il presente, ha una grande
nostalgia del passato (7 italiani su 10 sostengono che si stava
meglio prima) ed è incapace di investire nel proprio futuro. Le
ragioni sono tante: dalla bassa natalità (dal 1951 a oggi si
sono persi 5,7 milioni di giovani), alla progressiva scarsità di
reddito (rispetto alla media della popolazione, le famiglie
giovani, con meno di 35 anni, hanno un reddito più basso del 15%
e una ricchezza inferiore del 41%), dalla crisi sociale allo
smarrimento della cultura del rischio personale.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA