"Le mie memorie di Meredith sono
sepolte sotto le orribili foto dell'autopsia, gli insulti
verbali e le minacce di morte che ho ricevuto (e ancora ricevo),
le false accuse, gli anni di carcere che ho sopportato, i
processi multipli e i titoli spaventosi che sovrapponevano i
nostri nomi e le nostre facce, ingiustamente, confondendo la sua
morte con la mia identità". Così Amanda Knox ricorda su Westside
Seattle la vicenda giudiziaria seguita alla morte di Meredith
Kercher, avvenuta 10 anni fa a Perugia. "Non sopporto che i miei
ricordi" di Meredith "siano sepolti sotto anni di sofferenza che
io e Raffaele abbiamo sopportato" aggiunge la Knox ribadendo che
lei non ha avuto alcun ruolo nell'omicidio della studentessa
inglese. "Mi deprime sapere che il piangerla mi costi critiche
per ogni cosa che io oggi dica o non dica. Ma ancora più
deprimente - conclude - è il fatto che Meredith oggi non sia
qui, mentre meriterebbe di esserci. Mi manca e le sono grata per
il ricordo dei tempi passati insieme".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA