"Sono molto dispiaciuto per gli
incidenti avvenuti in questi giorni ma non si può semplicemente
puntare il dito su qualcuno o qualcosa. La tecnologia ha
permesso di avere biciclette più performanti, che però riducono
i margini di errore, mentre gli organizzatori sono molto attenti
alla sicurezza. Trovare una soluzione semplice è difficile ma il
tema richiede attenzione. Di sicuro, il buon senso e i
regolamenti devono sempre essere al primo posto". Così il
presidente della Federazione ciclistica italiana (Fci), Cordiano
Dagnoni, al telefono con l'ANSA, commenta le cadute avvenute
negli ultimi giorni in diverse corse di professionisti.
"Le bici odierne hanno i freni a disco che consentono di
frenare all'ultimo momento ma in maniera più brusca, i rigidi
telai in carbonio rendono più difficile curvare - spiega Dagnoni
-, ma non si possono certo criminalizzare i produttori. Quanto
agli organizzatori, negli anni l'attenzione alla sicurezza è
diventata centrale, anche se nel nostro sport un margine di
rischio, e non lieve, c'è sempre. Se guardiamo recenti cadute
che hanno coinvolto campioni, all''Attraverso le Fiandre' Wout
van Aert ha toccato in rettilineo la ruota di un altro
provocando una caduta generale. Ieri, ai Paesi Baschi, la
sfortuna è stata che la caduta è avvenuta vicino ad una canalina
di scolo. Ma non si possono certo transennare decine di
chilometri di tracciato". Dagnoni poi esprime perplessità anche
in merito a certi "escamotage", come quello annunciato per la
Roubaix di domenica prossima, l'inserimento di una chicane
all'ingresso del settore in pavé della Foresta di Arenberg.
"Potrà servire - afferma - ma toglie anche un po' il fascino
della corsa. Di certo, bisogna sempre affidarsi al buon senso e
al regolamento".
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