"Questa era la partita più importante
della nostra storia, purtroppo non siamo stati bravi a
capitalizzare le occasioni capitate. E, come spesso accade, se
non sei bravo a capitalizzare poi vieni punito. Il calcio è
questo, ne conosciamo gioie e delusioni: questa è una serata
molto amara, che però va accettata". Così il presidente del
Frosinone, Maurizio Stirpe, intervistato da Sky Sport dopo la
retrocessione della sua squadra.
Dagli spalti, i tifosi hanno cantato ai calciatori, alcuni
dei quali piangevamo in campo (così come il tecnico Eusebio Di
Francesco) "andate a lavorare": non è ingeneroso?
"Mi dispiace
per i ragazzi, avrebbero meritato maggior fortuna - risponde
Stirpe -. Però ai tifosi non posso dire niente, sono sempre i
'proprietari' del club: come sono belli i momenti in cui
dispensano complimenti, è anche giusto sapere accettare le
critiche. Se siamo dei professionisti dobbiamo esserlo fino alla
fine".
Poi, a Dazn, il presidente ha sottolineato che "purtroppo nel
calcio bisogna sapere accettare certe cose. Siamo arrivati a un
soffio dalla salvezza, con un pizzico in più di capacità nel
saper gestire certi episodi durante il campionato probabilmente
non saremmo arrivati a questa corrida finale ma il calcio è
quest". "In campo l'Udinese oggi ha meritato di vincere -
ammette Stirpe - ma a noi in questo campionato è capitato tante
volte di pareggiare o perdere con squadre con cui avremmo dovuto
vincere". "Certamente abbiamo dei limiti - conclude -, e bisogna
ripartire da quelli, la A è un campionato molto difficili con
squadre di grandi tradizioni: bisogna prendere esempio
strutturarci, se ci riproveremo". Ma Di Francesco rimane? "E'
prematuro parlarne".
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