Nel secondo giorno del processo che
vede imputato per presunto stupro il calciatore brasiliano, Dani
Alves, è arrivata in tribunale a Barcellona anche la moglie,
Joana Sanz, citata come testimone dalla difesa. La modella di
Tenerife, seguita da una nugolo di telecamere, era accompagnata
da due bodyguard. Joana Sanz ha visitato più volte nel
penitenziario di Brians 2 (Catalogna) il marito, detenuto dal
gennaio 2022 in carcere preventivo per il rischio di fuga. Anche
la madre di Alves, Lucia, si è presentata in tribunale per
sostenere il figlio. La donna nelle scorse settimane aveva
postato sui social un video con immagini della ragazza di 23
anni, che ha denunciato lo stupro, rivelandone l'identità.
Per il calciatore 40enne il pubblico ministero ha chiesto una
condanna a 9 anni di carcere oltre a 150.000 euro per il
pagamento dei danni alla vittima della violenza. Il processo,
che si chiuderà domani con la deposizione di Dani Alves, vede
sfilare 22 testi, fra i quali Robert Massanet, il direttore
della discoteca Sutton, dove nella notte fra il 30 e il 31
dicembre 2022 si è consumata la violenza. Secondo fonti
giudiziarie citate da La Vanguardia, nella sua dichiarazione il
responsabile del locale ha affermato in aula di aver visto
quella notte la ragazza "alterata" e fuori di sé e che la
convinse a denunciare alla polizia l'aggressione e attivare il
protocollo per le violenze sessuali. "Era molto provata. Mi
disse che nessuno l'avrebbe creduta, poiché era andata
volontariamente" nel bagno riservato dove fu aggredita dal
calciatore, "e che poi voleva uscirne ma non poté farlo", ha
testimoniato in aula Massanet.
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