"Leggo con favore le dichiarazioni
dei Presidenti delle federazione sportive in merito a quanto
emerso dalla lettura attenta della sentenza della Corte
costituzionale n. 184/2023". Lo afferma in una nota all'ANSA il
ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi. "L'obiettivo
perseguito dalla norma oggetto di esame di legittimità
costituzionale, incidendo sul regime delle candidature, è(ra)
quello di favorire l'accesso alle cariche di tutti gli
associati, in condizioni di uguaglianza, alle cariche direttive
e, dunque, di consentire alla stessa autonomia organizzativa
dell'associazione di esprimersi nella sua pienezza, superando
rendite di posizione alimentate da una lunga permanenza nella
carica - si legge nella nota -. Ciò che nello scrutinio della
Consulta ha avuto esito negativo, per il quale la norma
precedente è stata dichiarata illegittima, è il divieto
definitivo che era stato introdotto dalla norma censurata, in
quanto eccessivo rispetto alla finalità, pur legittimamente
perseguita dalla norma, di non creare la formazione di un
"gruppo di potere" interno all'organo direttivo, che ne metta a
rischio la stessa autonomia. In tal senso, la modifica operata
dal Parlamento è stata assolutamente coerente con la pronuncia
della Corte".
"Adesso auspico che il mondo dello sport si autoriformi e -
conclude Abodi -, nel solco della sentenza della Corte
costituzionale, arrivi a un azzeramento delle deleghe, a meno
stringenti criteri di candidabilità e, soprattutto, a garantire
che, anche dopo la prima convocazione dell'assemblea elettiva,
dopo il terzo mandato, il presidente uscente debba ottenere i
2/3 dei voti, auspicabilmente nell'ambito di una maggioranza
assoluta dei voti validamente espressi rispetto agli aventi
diritto".
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