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"Quando eravamo re", il pugilato da Oscar

"Quando eravamo re", il pugilato da Oscar

Il film-documentario "When We Were Kings" vinse valanghe di premi

04 giugno 2016, 15:14

Redazione ANSA

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Il 30 ottobre del 1974 è una data indimenticabile scritta nel grande libro della boxe ma anche una pagina indelebile per il cinema che raccontò quel giorno trasformandolo in arte. Muhammad Ali quel 30 ottobre salì i gradini della Storia, tornò campione del Mondo dei pesi Massimi e divenne leggenda. Il film-documentario "When We Were Kings" di Leon Gast e David Sonenberg arrivò altrettanto in alto, vincendo valanghe di premi e l'Oscar. Nato come documentario sul concerto di musica soul che doveva precedere l'incontro di Kinshasa tra Ali e e il campione del mondo George Foreman, la pellicola arrivò in sala dopo una gestazione lunghissima, di ben ventidue anni, ma ebbe la magia di trasformare quegli 89 minuti di film nel più straordinario ritratto del 'Più Grande atleta del secolo'.

Nel documentario, scorrono le immagini preparatorie del match, gli allenamenti, le interviste ad Ali, le sue parole, le provocazioni continue; il tutto incastonato dentro gli avvenimenti accaduti nei giorni prima dell'incontro, in particolare il grande concerto di musica nera, con Miriam Makeba, James Brown e B.B. King. Un documentario che si dipana su due binari paralleli: da una parte il match vero e proprio, con la sua carica di sfida, agonismo, competizione e adrenalina, e dall'altra l'evento mediatico e socio-politico, un racconto intenso e commovente fino alle lacrime.

Un film documentario, insomma, a dir poco leggendario che fa rivivere l'escalation di Ali fino al titolo mondiale. Un match destinato a diventare un atto fortemente simbolico, con il riscatto del pugile nero uscito dal ghetto e diventato l'unico incontrastato re del pugilato, di fronte al ricco e affermato George Foreman, simbolo della parte più integrata dell'America conservatrice.
Ultima curiosità: alla cerimonia degli Oscar del 1997 Ali fu chiamato sul palco per ricevere l'ambita statuetta. Già affetto dal Parkinson, l'ex campionissimo fece fatica a salire i gradini e a raggiungere la scena. Toccò all'eterno rivale George Foreman a quel punto aiutarlo a salire le scale, perchè i due dopo quel 30 ottobre e anni di polemiche alla fine erano diventati amici.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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