"Se le misure preventive fossero state adottate in precedenza, tutti i provvedimenti estremi che abbiamo preso in seguito sarebbero stati evitabili". Il campione di tennis spagnolo Rafa Nadal, intervistato da El Pais, critica i metodi di lotta al coronavirus nel suo Paese.
Quanto all'ipotesi che la pandemia possa produrre un'umanità migliore e più consapevole, Nadal è scettico: "Non credo nella nuova normalità. Mi piace quella vecchia, ma con adattamenti. Dobbiamo imparare da ciò che ci sta accadendo. Gli esseri umani hanno una qualità: una grande capacità di adattamento. Ma anche un difetto: una grande capacità di dimenticare".
"Non mi interessa se chi governa è di sinistra, di destra o sta al centro. Quando parlo, non lo faccio pensando alla politica, ma da cittadino. Dico che sono stati commessi degli errori e non riconoscerlo significa perdere di credibilità - ha detto ancora Nadal, durante una videochiamata con 'La Voce della Galizia' - E' umano riconoscere gli errori. Tutti capiscono che i politici hanno torto. E' umano, io faccio errori ogni giorno. Quello che mi piace meno, è quando gli errori non vengono riconosciuti".
Il blocco dell'attività "è stato uno shock. All'inizio ho faticato ad adattarmi, poi ho preso il ritmo. Con una doppia sessione, mattino e pomeriggio, ho recuperato la mia routine. Ho anche smesso di guardare i notiziari e questo è stato un progresso molto importante", ha aggiunto a El Pais.
Quanto alla stagione agonistica del tennis, "spero che saremo in grado di riprendere le competizioni, ma non ci credo - ha detto Nadal - Sono più preoccupato per gli Australian Open del 2021, piuttosto che di quanto accadrà quest'anno. Penso che il 2020 sia quasi perso".
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