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Prove Invalsi 2016: 1 su 4 vuole boicottarle

Prove Invalsi 2016: 1 su 4 vuole boicottarle

Skuola.net analizza il sentiment del mondo scolastico nei confronti delle prove con una ricerca

11 maggio 2016, 17:58

Redazione ANSA

ANSACheck

Studenti davanti ad un liceo a Viareggio in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Studenti davanti ad un liceo a Viareggio in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Studenti davanti ad un liceo a Viareggio in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il 12 maggio per le classi seconde delle scuole superiori torna l’annuale appuntamento con il test Invalsi. Ma non tutti saranno presenti. Skuola.net torna come negli scorsi anni ad analizzare il sentiment del mondo scolastico nei confronti delle prove con una ricerca svolta su ben 8mila studenti, di cui 2.300 di seconda superiore: ben il 30% complessivo è a conoscenza di proteste contro la prova nella sua scuola. E’ soprattutto tra i ragazzi del liceo e tra gli studenti che provengono dal sud Italia che emerge questo dato, rilevato invece in misura minore tra gli studenti dei tecnici e professionali e delle altre regioni italiane. Tuttavia i dati qui presentati rappresentano le intenzioni dei singoli studenti intervistati, e non sono confrontabili con i dati ufficiali che l’istituto di ricerca Invalsi divulgherà a prove concluse, basate sul riscontro dell’andamento del test di intere classi. Infatti lo scorso anno, a fronte di una dichiarazione di intento di boicottaggio di 1 studente su 4, si è contata l’effettiva partecipazione complessiva al test (classi campione e non campione) di circa il 77% delle classi. 

Concentrando la ricerca su quei ragazzi delle superiori che hanno in calendario il test Invalsi per il 12 maggio 2016, circa 1 su 4 ha dichiarato di non aver intenzione di sostenerlo. Di questi, l’80% circa perché contrario alla prova, il 20% perché sostiene che sarebbero stati i professori stessi ad annunciare di voler boicottare. Ma la protesta non si limita a questo: circa 1 su 10 degli intervistati dice che il prof avrebbe chiesto agli studenti di non presentarsi alla prova o manifestato il proposito di lasciare copiare liberamente.

Le opinioni sulla prova influiranno anche sulla preparazione degli studenti per il test Invalsi e sul suo svolgimento. Addirittura circa 2 su 5 hanno dichiarato di non essersi preparatial test, perché hanno intenzione di copiare o di rispondere a caso. Ovviamente, dai dati si rileva che l’approccio è ben più serio tra quel 40% degli studenti che sa perfettamente che la prova Invalsi comporterà un voto di rendimento sul registro, tra cui è anche rilevato in misura minore il dato di non partecipazione al test. Addirittura, per quasi il 70% di loroil voto farà media. Più fortunato invece quel restante 30% che avrà un voto sul registro solo se la prova andrà bene.

Dalla ricerca si può notare che solo il 20% degli studenti delle superiori considera il test un modo utile per valutare la scuola e migliorarla, mentre un 6% circa non si espone sulla questione. La restante percentuale invece non si dice soddisfatta dai contenuti e le modalità del test: la maggioranza, circa 1 su 3, pensa che una prova unica nazionale non possa tenere conto dei diversi contesti, ma c’è anche chi è contrario al sistema dei quiz a crocette (16%) e chi vorrebbe che sia esplicitamente vietato usare la prova per un voto di rendimento (15%). Inoltre, un buon 12% considera l’Invalsi totalmente inutile per via delle irregolarità che si sono verificate puntualmente a causa del boicottaggio di prof o studenti.

Nonostante le critiche al test Invalsi, la ricerca di Skuola.net ha messo in luce non poche lacune nella conoscenza del test da parte degli studenti. Ben 1 su 5 infatti non ha le idee chiare su cosa sia il test Invalsi e a cosa serva. Permangono gli stessi dubbi anche sul “Questionario dello studente”, spesso al centro di polemiche per via delle domande sul contesto familiare e socio-economico degli studenti, seppure del tutto anonimo. Il 25% non capisce quale sia la sua funzione, e il 15% è del tutto contrario a dare informazioni di questo tipo all’Invalsi. Addirittura, il 18% dubita della correttezza dei suoi professori e crede che potrebbero “sbirciare” il foglio per altre finalità.

 

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