/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

L'olio diventa benzina, così si sopravvive a Gaza 

L'olio diventa benzina, così si sopravvive a Gaza 

Agli sfollati manca tutto, ci si arrangia con asini e biciclette 

10 novembre 2023, 19:15

Sami al-Ajrami

ANSACheck

Una immagine di vita quotidiana a Khan Yunis © ANSA/AFP

Una immagine di vita quotidiana a Khan Yunis © ANSA/AFP
Una immagine di vita quotidiana a Khan Yunis © ANSA/AFP

Le scatole di cartone sono esposte in ordine su un marciapiede in una delle strade principali di Khan Yunis, la città della Striscia a sud di Gaza dove da settimane si stanno accalcando masse sempre più grandi di sfollati sospinti in continuazione dall'esercito israeliano. "Stazione di rifornimento", ha scritto il gestore di un negozio vicino. Ed in bella vista ha esposto olio di girasole. Da due settimane i benzinai sono chiusi e le automobili sono ferme nei parcheggi. Allora niente di meglio che ricorrere all'olio per friggere. "Certo, emana un cattivo odore", ammette un tassista, "e probabilmente alla lunga rovina anche il motore. Ma in qualche modo dobbiamo pure usare le auto". Il via vai di carretti trainati da asini chiarisce a tutti quanto sia pesante la crisi. Le loro tariffe da queste parti hanno raggiunto quelle dei taxi, anche se la velocità di trasporto lascia a desiderare. "Però è impossibile rimanere coinvolti in incidenti stradali", assicura ai passanti il proprietario di un carretto. Di certo la guerra in corso ha stimolato la creatività della gente di Gaza. Qualcuno ha diffuso oggi fogli di quaderno, scritti a mano che illustrano - almeno in teoria - come desalinizzare l'acqua del mare della vicina Deir el-Ballah per renderla potabile, visto che le bottiglie di acqua minerale introdotte dall'Egitto con decine di camion di aiuti umanitari non sono ancora arrivate alla gente che è per strada. Ma i primi tentativi di desalinizzare l'acqua del mare, dicono a Deir el-Ballah, "sono falliti. La bevanda che abbiamo ottenuto mette ancora più sete". Più facile migliorare la qualità dell'acqua marroncina che esce dalle tubature delle case. "Basta farla passare - viene spiegato - attraverso uno strato di cotone ed un po' di stoffa, e poi aggiungere un po' di zucchero". In assenza di corrente elettrica grande successo riscuotono poi gli importatori di piccole radio transistor cinesi che si caricano da sole grazie a piccoli pannelli solari: con soli 25 shekel (6 euro) si ottiene una radio che, esposta ai raggi del sole, non tace mai. Alla grande vanno anche le biciclette, che negli ultimi anni erano state un po' abbandonate. La mancanza di gas da cucina ha spinto questi sfollati a cercare soluzioni di emergenza. Gruppi di persone armate di seghe si sono diretti ieri al cimitero di Deir el-Ballah, noto per i suoi alberi frondosi, per segare la quantità maggiore possibile di rami. "Ormai - hanno raccontato - per cucinare occorre preparare piccoli fuochi sotto casa ed i cartoni nei cassonetti dell'immondizia sono finiti". Terminato il sopralluogo nel cimitero, gli uomini con le seghe si sono poi diretti alla via Sallah-a-din, l'arteria principale di Gaza. Anche quegli alberi saranno presto un ricordo del passato. Ma mentre nei cortili delle case si moltiplicano i fuocherelli delle casalinghe intente a cucinare, l'aria di Khan Yunis diventa sempre più irrespirabile. Fra i molti che hanno perso il lavoro passando forzatamente dal nord della Striscia verso il sud, una categoria non se la passa malissimo: è quella dei barbieri. Infilati i loro rasoi e le loro forbici in una borsa, adesso prosperano nelle strade. Fatti accomodare i loro clienti su seggiole disposte sui marciapiedi, continuano a radere e ad aggiustare capigliature. Sono scene viste in bianco e nero nei film di decine di anni fa. Oggi sono tornate ad essere la normalità dopo settimane di guerra.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza