L'appellativo di sindaco Masaniello glielo hanno appiccicato addosso in senso dispregiativo i suoi avversari e qualche nemico dichiarato come Clemente Mastella. Ma a Luigi de Magistris, natali napoletani da famiglia della buona borghesia partenopea, in fondo in fondo non è mai dispiaciuto. Come il popolare protagonista della rivolta partenopea, il confermato sindaco del capoluogo partenopeo ama porsi come un ribelle rispetto ai diktat delle istituzioni nazionali. Basti pensare "all'affaire Bagnoli", l'ex area siderurgica al centro di un ambizioso progetto di bonifica, dove de Magistris ha assunto una posizione molto forte nei confronti del premier Renzi accusandolo di voler mettere le mani sulla città.
I detrattori gli danno del populista, lui ribatte definendosi un sindaco di strada al servizio del popolo. Quarantanove anni, sposato e padre di due figli maschi, Luigi de Magistris e' nato a Napoli, nel quartiere collinare del Vomero. Personaggio spesso al centro delle polemiche, anche da magistrato fece parlare non poco di sé grazie alle sue indagini. Da "Why not", condotta quando era pm a Catanzaro, a "Toghe Lucane", inchieste che gli hanno procurato non poche critiche e anche una condanna per abuso d'ufficio cui seguì l'assoluzione in Appello.
I suoi cavalli di battaglia sono da sempre la lotta alla criminalità organizzata, la questione morale, ma anche gli intrecci tra politica, comitati d'affari e logge massoniche. Dipietrista della prima ora, approdò tra i banchi del Parlamento europeo prima di tentare con successo la carta delle Comunali di Napoli, affermandosi a sorpresa sullo stesso avversario di oggi Gianni Lettieri. Meno fortunato fu il sostegno a Rivoluzione Civile, la lista che faceva capo al pm di mafia Antonino Ingroia che non sfondò nelle Politiche del 2013. Nel corso dell'ultima campagna elettorale ha più volte annunciato di voler fare di Napoli un soggetto politico nazionale "autonomo e opposto al sistema politico oppressivo, oligarchico, mafioso e liberista". Al vetriolo le sue accuse nei confronti di Matteo Renzi, individuato come l'artefice del commissariamento di Bagnoli, sfociate nel corso di un appuntamento elettorale in una battuta un po' troppo colorita che gli ha attirato non poche critiche. "Amma scassà", il suo slogan più noto, la bandana arancione il portafortuna feticcio della sua prima elezione a sindaco.
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