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Il Cile arriva diviso all'appuntamento con l'anniversario dei cinquant'anni dal golpe di Augusto Pinochet.
Le destre, da Vamos Chile ai Repubblicani di Kast, hanno fatto sapere di non voler aderire ad una dichiarazione proposta dal presidente progressista Gabriel Boric sull'impegno per la salvaguardia della democrazia e dei diritti umani, in vista delle commemorazioni di lunedì.
"Non siamo disposti a partecipare ad iniziative che generino ulteriori divisioni. Non ci metteremo al servizio di una verità ufficiale", ha dichiarato il presidente dell'Udi, il senatore Javier Macaya, precisando che la posizione è condivisa dalla coalizione Chile Vamos, che comprende anche Renovacion Nacional dell'ex presidente Sebastian Pinera, e Evopoli. Siamo aperti a "tutto il dialogo possibile su diritti umani, democrazia, e condanna della violenza", ha affermato il parlamentare. "Ma le verità storiche sono un tema molto difficile su cui trovare consenso. Esistono analisi e punti di vista diversi".
Sulla stessa linea il presidente del partito Repubblicano, Arturo Squella. "La dichiarazione rientra nel contesto di una messa in scena della divisione - ha osservato - non ne faremo parte". La settimana scorsa, Boric aveva consegnato il testo ai leader delle opposizioni per cercare di raggiungere un compromesso con l'intero spettro politico. La bozza, secondo le anticipazioni del quotidiano La Tercera, si compone di quattro punti, con titoli generici, come "prendersi cura e difendere la democrazia, rispettando la Costituzione, le leggi e lo Stato di diritto di fronte alle minacce autoritarie e all'intolleranza". O "difendere il valore e la promozione illimitata dei diritti umani. Temi su cui gli esponenti di Chile Vamos affermano di non avere problemi. In realtà a preoccupare le destre è il tenore degli annunci e delle iniziative del presidente nel corso del maxi-evento alla Moneda, dove sono attesi sette leader in carica, tra cui Lula, e una decina di ex capi di Stato e di governo, tra cui Massimo D'Alema.
Più in particolare, Vamos Chile e Repubblicani sono contrari alla chiusura del carcere speciale di Punta Peuco (penitenziario dove sono detenuti esclusivamente i militari condannati per i delitti commessi durante la dittatura), e alla revoca del segreto della Commissione Valech (sugli abusi commessi durante il regime militare). Entrambe iniziative al vaglio dell'esecutivo.
"Un'atmosfera davvero tossica" secondo l'ex capo di Stato Michelle Bachelet, scesa in campo a sostegno della dichiarazione unitaria. Ma Boric promette che non si darà per vinto. "Insisterò fino all'ultimo momento" per creare le condizioni affinché tutti sottoscrivano il testo che impegna il Cile su diritti umani e democrazia. Un documento per voltare finalmente pagina.
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