Tutti contro Bill de Blasio nella guerra delle spiagge. L'atteso fine settimana del Memorial Day, che segna ufficialmente il calcio di inizio dell'estate, si apre all'insegna di uno scontro e di una pioggia di polemiche. La città di New York e le sue spiagge restano chiuse a causa del coronavirus mentre le cittadine che si affacciano sul mare nelle vicinanze, dai ricchi Hamptons al più popolare Jersey Shore, aprono e temono l'invasione dei newyorkesi. Un timore che spinge molte località balneari a imporre divieti per chi arriva dalla Grande Mela: sul litorale del New Jersey sono stati vietati gli affitti di breve termine per il fine settimana e gli Airbnb. Agli Hamptons i residenti hanno issato barricate per limitare i parcheggi e dispiegato un piccolo esercito di forze di polizia locali per fare multe a chi arriva da fuori. De Blasio "faccia il suo lavoro. Individui un piano per riaprire in sicurezza le sue spiagge", affermano le autorità della contea di Suffolk, vicino alla città di New York e una delle località preferite dai newyorkesi in fuga dalla Grande Mela. La contea di Nassau, altra meta privilegiata dei newyorkesi, descrive invece come "irresponsabile e miope" la decisione di de Blasio di lasciare le spiagge chiuse.
A preoccupare è il fatto che New York è l'epicentro dell'emergenza del coronavirus e quindi i suoi abitanti sono ritenuti pericolosi e contagiosi. Da qui la decisione di alcune spiagge vicine alla Grande Mela di vietare l'accesso ai non residenti come misura "salvavita". A finire nell'occhio del ciclone per non riaprire le spiagge di New York è il sindaco de Blasio, che non ha ancora indicato quando potrebbero riaprire. E così Coney Island e Brighton Beach a Brooklyn, Orchard Beach nel Bronx e il litorale di Rockaway restano tutte chiuse.
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