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Consiglio di Stato, indennità di disabilità non è reddito

Consiglio di Stato, indennità di disabilità non è reddito

Respinto ricorso Governo. Poletti, applicheremo la sentenza

ROMA, 29 febbraio 2016, 20:03

Redazione ANSA

ANSACheck

L 'icona del parcheggio in spazio disabili - RIPRODUZIONE RISERVATA

L 'icona del parcheggio in spazio disabili - RIPRODUZIONE RISERVATA
L 'icona del parcheggio in spazio disabili - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alla fine hanno vinto i disabili e le loro famiglie: le indennità di accompagnamento e le pensioni legate a situazioni di disabilità non possono essere considerate nel reddito disponibile ai fini del calcolo dell'Isee. La parola fine a un contenzioso che si trascina da anni l'ha messa il Consiglio di Stato, che ha dato torto al Governo, che ora, nelle parole del ministro Poletti, applicherà la sentenza. Esultano le opposizioni, che parlano di "ennesima figuraccia" di Renzi.

Il Consiglio di Stato, con una sentenza depositata oggi, ha respinto il ricorso dell'Esecutivo contro una sentenza del Tar del Lazio dell'11 febbraio 2015, che aveva giudicato illegittima la riforma dell'Isee (indicatore della situazione economica equivalente, che costituisce il riferimento per l'accesso ad aiuti e a prestazioni sociali agevolate) entrata in vigore a inizio 2015, nella parte nella quale considera nel reddito disponibile anche le pensioni legate a situazioni di disabilità, le indennità di accompagnamento e gli indennizzi Inail. Il ricorso al Tar era stato a sua volta presentato da familiari di persone disabili.

Secondo il Consiglio di Stato, "l'indennità di accompagnamento e tutte le forme risarcitorie servono non a remunerare alcunché, né certo all'accumulo del patrimonio personale, bensì a compensare un'oggettiva ed ontologica... situazione d'inabilità che provoca in sé e per sé disagi e diminuzione di capacità reddituale. Tali indennità o il risarcimento sono accordati a chi si trova già così com'è in uno svantaggio, al fine di pervenire in una posizione uguale rispetto a chi non soffre di quest'ultimo ed a ristabilire una parità morale e competitiva. Essi non determinano infatti una 'migliore' situazione economica del disabile rispetto al non disabile, al più mirando a colmare tal situazione di svantaggio subitada chi richiede la prestazione assistenziale, prima o anche in assenza di essa".

Laconica la reazione del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, che in una nota fa sapere che "come Governo non possiamo che prendere atto della sentenza appena depositata dal Consiglio di Stato e provvederemo ad agire in coerenza con questa decisione".

Esultano invece i parlamentari delle forze di opposizione. "Un'altra figuraccia del Governo Renzi" ha osservato il deputato della Lega Nord Paolo Grimoldi, mentre per la presidente di Fdi, Giorgia Meloni, "è una vittoria di tutte le famiglie italiane con un disabile o un invalido a casa che più volte hanno tentato di far ragionare l'Esecutivo su un tema così delicato". "Il governo è stato bocciato per l'ennesima volta dal Consiglio di Stato e, aggiungo io, dal buon senso. Ha vinto la giustizia. Il governo Renzi ne esce con le ossa rotte" ha commentato Sandra Savino, deputata di Forza Italia. "Il governo esce da questa vicenda doppiamente sconfitto" affermano i parlamentari del M5S, che rivendicano la paternità della battaglia per "l'eliminazione delle provvidenze assistenziali dal calcolo dell'Isee" e affermano che "ora il governo ha il dovere di obbedire alla giustizia italiana e ci aspettiamo parole di scuse da parte di Renzi, Poletti, Biondelli e da parte di tutti quei parlamentari che hanno difeso l'indifendibile". 
   

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