Troppi giovani fermati e fatti fuori senza motivo". Barack Obama torna senza usare giri di parole sugli episodi di violenza, di uso eccessivo della forza da parte della polizia americana. E davanti a centinaia di studenti del Lehman College di New York, nel Bronx, fa una promessa: anche dopo la Casa Bianca continuerò a combattere contro il razzismo che ancora c'e' in America e contro le diseguaglianze sociali, a partire dalle disparita' di reddito. Un intervento a tratti duro quello del presidente Usa, uno dei più decisi sul tema della questione razziale. Mentre a Baltimora si vivono momenti in cui la tensione rischia di tornare alle stelle. Proprio mentre Obama parla a New York si diffonde la voce di un afroamericano raggiunto da colpi di arma da fuoco sparati dalla polizia: notizia poi smentita dalle stesse forze dell'ordine che parlano solo dell'arresto di un uomo armato di pistola. La stessa Fox che aveva messo in circolazione la falsa notizia ha poi chiesto scusa. Si tratta comunque di un episodio ancora da chiarire del tutto e che comunque rischia di far alzare nuovamente la temperatura in una città che solo la settimana scorsa e' stata devastata dalle proteste per la morte del giovane di colore Freddie Gray. Morte della quale dovranno ora rispondere sei agenti incriminati. E le immagini ci mostrano molta agitazione nelle strade di Baltimora, con gli agenti impegnati a controllare diversa gente di colore in strada. "Non c'e' dubbio che le minoranze sono trattate diversamente: afroamericani, asiatici, latinos. Questo non e' giusto", afferma intanto a poche centinaia di chilometri di distanza Obama , parlando a una platea fatta soprattutto da giovani studenti di colore. "Da Baltimora a Ferguson a New York ci sono comunità in cui i giovani non hanno abbastanza lavoro, non hanno opportunità. Le loro famiglie sono le più colpite dalla crisi". E molti di loro - nota il presidente americano - si ritrovano in prigione per reati minori legati all'uso personale di stupefacenti, oppure per episodi non violenti. Giovani che "avrebbero bisogno non del carcere, ma di più scuole, di un'istruzione di migliore qualità, e di maggiori servizi". Obama torna quindi a richiamare la responsabilità di tutti, in politica e nella società. "E' una nostra responsabilità che tutti i giovani siano sicuri, istruiti e preparati ad affrontare il futuro. La posta in gioco e' alta. E - ammonisce Obama - non serve solo celebrare a ogni occasione utile principi sacrosanti, come quello pere cui la giustizia è uguale per tutti o quello che i diritti sono di tutti". "Siamo il paese più ricco della Terra, e abbiamo il dovere di combattere le diseguaglianze e di alleviare la condizione dei più disagiati". Poi il presidente si lascia andare ai ricordi personali: "In tanti giovani che vivono i disagi di una vita fatta di incertezze rivedo "la mia vita". "Sono cresciuto senza un padre, senza avere una strada precisa davanti. A un certo punto ho avuto alcune persone che si sono occupate di me e mi hanno sostenuto. Sono stato fortunato".
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