Nel corso del fine settimana,
Sarajevo ha ospitato il gruppo vocale giovanile Vikra - Coro da
camera della Glasbena Matica ("patria musicale" in lingua
slovena) di Trieste, che si è esibito sabato 15 giugno nella
Chiesa francescana di Sant'Antonio, portando in scena il
concerto "Incontri. Lampi di luci e ombre", e domenica 16,
presso la Chiesa di San Giuseppe, in occasione della Santa
Messa.
Fondato nel 2014 attorno alla figura della pluripremiata
Direttrice Petra Grassi, il gruppo è formato da una trentina di
coristi italiani e sloveni, inclusi membri della minoranza
slovena in Italia, provenienti principalmente da Trieste,
Gorizia, Udine, Koper/Capodistria e Lubiana. Una composizione
nel segno della conciliazione interetnica, che ha portato
l'ambasciata d'Italia in Bosnia Erzegovina a condividere
l'evento con l'ambasciata di Slovenia e con il Fondo delle
Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa), da tempo partner
dell'ambasciata italiana in numerose iniziative rivolte ai
giovani e protese a favorire la coesione interetnica nel Paese
balcanico (in particolare il progetto "Moving us closer",
finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della
Cooperazione internazionale).
Si è trattato senz'altro di una scelta non solo di grande
spessore culturale ma anche ad alta valenza simbolica in un
Paese come la Bosnia-Erzegovina, ancora frammentato a seguito
del conflitto degli Anni Novanta. Le interpretazioni di Vikra
hanno suscitato reazioni entusiastiche da parte del pubblico,
cui è stato proposto un repertorio denso e complesso, che ha
spaziato dal Rinascimento all'età contemporanea, alternando
italiano, sloveno, inglese, latino e antico slavo ecclesiastico.
Nel suo intervento iniziale, l'Ambasciatore Marco Di Ruzza
non ha mancato di sottolineare il significato sottinteso alla
scelta di un simile coro. Citando le parole pronunciate nel 2021
dal Presidente Sergio Mattarella durante la visita congiunta
compiuta con l'allora Presidente della Slovenia Borut Pahor a
Gorizia e Nova Gorica (Capitali europee per la cultura nel
2025), l'Ambasciatore ha ricordato come Italia e Slovenia
abbiano saputo costruire una memoria condivisa, cercando di
ripercorrere con rispetto e con un approccio rigoroso e
scientifico le dolorose vicende patite nel "Secolo breve", con
l'obiettivo di guardare insieme a un orizzonte condiviso nella
comune appartenenza alla famiglia europea. "Il nostro auspicio -
ha concluso Di Ruzza - è che queste parole, pronunciante con
riferimento a Italia e Slovenia, possano presto essere riferite
anche alla Bosnia-Erzegovina. Rendere tutto ciò possibile non è
soltanto la nostra speranza, ma è il nostro prioritario impegno
come comunità internazionale".
"L'eccellenza interpretativa di Vikra - ha dichiarato la
Direttrice Petra Grassi - e la potenza del significato insita
nelle scelte musicali ricevono senso da un luogo come Sarajevo e
lo restituiscono amplificato al pubblico in ascolto. Si tratta
di una spiritualità laica, perché diventa strumento per essere
accolta da chiunque nel rispetto della fede di ognuno, superando
ogni barriera che nazionalismi o integralismi possano erigere".
Numerosi i connazionali presenti tra il pubblico, che si sono
così uniti a diversi rappresentanti della comunità
internazionale - tra i quali l'Alto Rappresentante per la Bosnia
Erzegovina, Christian Schmidt - e ad esponenti del mondo
culturale e della società civile locale.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA