Le condizioni di vita nelle carceri
greche sono "un affronto alla dignità umana". La denuncia arriva
dal Consiglio d'Europa che ha indagato sul fenomeno del
sovraffollamento negli istituti penitenziari greci.
"Cattive condizioni di detenzione, violenza tra detenuti, gravi
carenze di personale e servizi sanitari inadeguati" sono alcuni
dei problemi messi in evidenza nel rapporto del Comitato per la
prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o
degradanti (CPT) del Consiglio d'Europa. Il rapporto è stato
stilato a seguito delle visite del Comitato in cinque carceri
greche nel corso di due settimane alla fine del 2021.
A essere ispezionate sono state le prigioni di Korydallos,
la più grande del Paese, situata nella periferia di Atene, poi
Nigrita, nella Macedonia centrale, e le prigioni delle isole di
Kos, Chios e Corfù.
Nelle settimane in cui sono avvenute le visite, "la Grecia
aveva 11.182 detenuti per 10.175 posti, il tasso di occupazione
era quindi del 110%", si legge nel rapporto. Inoltre su 34
istituti penitenziari, 24 sono sovraffollati e 15 presentano un
tasso di occupazione superiore al 130%. Il CPT ha evidenziato i
progressi compiuti nel garantire l'assistenza medica ai
detenuti, ma rimangono numerosi problemi legati all'accesso alle
cure, mancano "indagini approfondite sui decessi in carcere" e
attività finalizzate al reinserimento nella società dei
detenuti.
Il governo greco, in risposta al rapporto, ha accolto le
raccomandazioni del Consiglio d'Europa e si è impegnato a
aumentare i trasferimenti dei detenuti dalle carceri
sovraffollate per combattere il fenomeno.
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