(ANSA-AFP) - REYKJAVIK, 25 SET - Islanda oggi al voto, dopo
quattro anni in cui l'isola è stata governata da una coalizione
sinistra-destra senza precedenti. Il primo ministro Katrin
Jakobsdottir, ambientalista, tenterà di ottenere un secondo
mandato, dovendo però fare i conti con un panorama politico
frammentato.
Ben nove partiti su dieci in lizza dovrebbero riuscire ad
entrare in parlamento, rendendo complicata la formazione di un
governo. Con 33 deputati su 63, la coalizione uscente è
un'alleanza eterogenea del Partito dell'Indipendenza
(conservatore) del veterano della politica islandese Bjarni
Benediktsson, del Partito del Progresso (centrodestra) di
Sigurour Ingi Johannsson e del movimento Sinistra-Verdi di
Jakobsdottir. Alcuni sondaggi danno la maggioranza uscente
riconfermata, ma con un margine molto stretto, altri invece
prevedono una sua sconfitta.
Nonostante sia popolare, il partito verde del premier oscilla
intorno al 10-12% e rischia di perdere diversi seggi. Abbastanza
da minacciare il suo futuro. Durante il suo mandato,
Jakobsdottir ha reso le tasse sul reddito più progressive, ha
aumentato il budget per l'edilizia popolare e ha esteso il
congedo parentale. E la sua gestione del Covid - solo 33 morti -
è stata approvata. Allo stesso tempo il primo partito ecologista
al governo in Islanda ha dovuto rinunciare, anche per salvare la
sua coalizione, alla sua promessa di creare un parco nazionale
nel centro di un Paese che ha 32 sistemi vulcanici attivi e 400
ghiacciai.
In Islanda, dopo la crisi finanziaria del 2008 che ha
provocato il tracollo del Paese, e relativi scandali che hanno
coinvolto i suoi leader, si sono svolte ben 5 elezioni in 10
anni. Il governo uscente è stato il primo a completare la
legislatura. (ANSA-AFP).
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