Gli euroscettici britannici
rilanciano la campagna per l'uscita dall'Ue dopo i proclami
anti-Brexit di Barack Obama a Londra e puntano, ancora, sulla
paura dell'immigrazione. A farsene portavoce é il ministro della
Giustizia, Michael Gove, sostenitore del divorzio da Bruxelles
in dissenso dal premier David Cameron, che paventa una invasione
di stranieri se il regno non lascerà il Club dei 28. Gove evoca
sul Times una politica di "immigrazione libera per tutti" in
seno all'Ue, facendo balenare l'incubo che i "migranti" possano
arrecare un danno "diretto e grave" agli equilibri del sistema
sanitario britannico. Restando nell'Ue, argomenta Gove, la Gran
Bretagna "non potrà controllare i confini" neppure di fronte
all'ondata d'ingressi che deriveranno dalla possibile adesione
di Paesi quali "la Macedonia, il Montenegro, la Serbia,
l'Albania" e magari "la Turchia". Non concorda la titolare
dell'Interno, Theresa May, convinta che la permanenza nell'Ue
possa dare al Regno Unito piu' "influenza" sulla questione.
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