La Cina ha ufficializzato "la
vittoria totale" nell'eliminazione della povertà estrema.
Durante la cerimonia tenuta nella Grande sala del popolo, il
presidente Xi Jinping, chiudendo la campagna iniziata 8 anni fa
con la sua salita al potere, ha marcato il ruolo centrale avuto
dal Partito comunista cinese battutosi "per migliorare il
benessere delle persone" e avendo la lotta alla povertà come "la
sua missione originaria".
La Cina ha speso 1.600 miliardi di yuan (246 miliardi di
dollari) nella campagna ad hoc dal 18/mo congresso del Pcc,
portando fuori dalla povertà oltre 10 milioni di persone
all'anno, fino a totali 98,99 milioni.
I 128.000 villaggi e le 832 contee, ufficialmente censiti
come in estrema difficoltà, sono stati tutti rimossi dalla lista
dell'indigenza. Nel complesso, in 40 anni, a partire dalle
riforme e dall'apertura del Paese verso l'esterno, "oltre 770
milioni di persone sono state portate fuori dalla povertà",
contribuendo per più del 70% alla riduzione del fenomeno su
scala globale, sempre nello stesso periodo, anticipando anche di
10 anni il target del 2030 del piano del'Onu. Con tali obiettivi
raggiunti, la Cina ha creato un altro "miracolo" che "passerà
alla storia", ha aggiunto con enfasi Xi, rimarcando vantaggi
politici ed efficacia del modello socialista che consentono di
mettere insieme le risorse necessarie per centrare un obiettivo
ambizioso: solo formando "una comune volontà e un'azione
congiunta" si creano i requisiti indispensabili per battere la
povertà.
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