Avrebbero disposto
controlli straordinari sui mezzi pubblici usati dagli elettori
per recarsi alle urne nel giorno del ballottaggio presidenziale
del 2022 con l'obiettivo di impedire loro di raggiungere i
seggi. L'azione coordinata dai vertici della polizia stradale
federale (Prf) - portata avanti specificamente nella regione
dove i sondaggi davano in netto vantaggio Luiz Inacio Lula da
Silva - intendeva favorire il capo dello stato uscente Jair
Bolsonaro, per il quale l'allora direttore generale della Prf
Silvinei Vasques (già incriminato insieme all'allora ministro
della Giustizia Anderson Torres) aveva dichiarato e chiesto il
voto il giorno precedente. Per questo motivo la polizia federale
ha chiesto l'incriminazione di quattro alti funzionari della
polizia stradale. Lo riferisce il portale Uol.
Con l'accusa di abuso d'ufficio, violazione del diritto di
voto, tentativo di abolizione dello stato democratico di diritto
e disobbedienza la polizia federale ha chiesto alla Procura
generale della Repubblica (Pgr) di procedere contro i quattro
vertici dell'intelligence della Pgr e contro un funzionario
dell'Agenzia nazionale per i trasporti terrestri (Antt).
Nella ricostruzione della polizia federale emerge come nel
giorno del secondo turno delle presidenziali, il 30 ottobre,
furono istituiti 2.185 posti di blocco negli stati della regione
nordest, politicamente prossima al presidente progressista Lula
(che conta 54 milioni di abitanti), mentre solo 571 furono
disposti nella regione sudest (81 milioni di abitanti), dove il
quadro era più favorevole al leader di estrema destra.
Di fronte alle migliaia di denunce di cittadini sul social
network e agli esposti pubblicati immediatamente dalla
coalizione favorevole a Lula, la Corte suprema ordinò la
sospensione immediata dei blitz. L'ordine che venne tuttavia
ignorato.
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