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ANSA/ Tragedia al comizio in Messico a una settimana dal voto

ANSA/ Tragedia al comizio in Messico a una settimana dal voto

Crolla un tendone, anche un bambino tra i 9 morti

CITTÀ DEL MESSICO, 23 maggio 2024, 18:52

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Almeno nove morti e una settantina di feriti è il bilancio del crollo di un palco durante una manifestazione di chiusura di campagna elettorale per il voto del 2 giugno in Messico, che vedrà il rinnovo di 20.708 cariche e la scelta del nuovo presidente. Una tragedia che ha colpito il comune di San Pedro Garza Garcia, nello stato di Nuevo León e che allunga la scia di sangue delle ultime settimane, con trenta candidati assassinati e numerosi altri feriti.
    L'incidente è accaduto durante il comizio di Lorenia Canavati, candidata a sindaco del Movimento Cittadino: la struttura del palco allestito nel campo da baseball El Obispo è piombata al suolo, lasciando intrappolate diverse persone.
    Le perizie delle ultime ore indicano che la causa probabile sia stato il fortissimo vento che ha colpito la struttura. Un evento che mette in luce un altro fattore, oltre la violenza politica e il traffico della droga, che sta complicando notevolmente la situazione in Messico: il cambiamento climatico. Nell'ottobre del 2023, l'uragano Otis ha devastato la città di Acapulco con un'intensità mai osservata in quella zona della costa del Pacifico. Anche le ondate di caldo e di siccità che stanno colpendo il territorio in questi giorni hanno raggiunto livelli senza precedenti.
    Sebbene in ambito elettorale l'attenzione dei media sia focalizzata sui tre aspiranti alla presidenza della Repubblica —Claudia Sheinbaum della coalizione di governo, Xóchitl Gálvez dell'alleanza dell'opposizione e Jorge Álvarez Máynez del Movimento Cittadino— la maggior parte delle cariche in lizza sono per il posto di presidente del consiglio comunale.
    È nelle presidenze del consiglio comunale "dove la criminalità organizzata cerca di stabilire o mantenere il controllo", spiega Sandra Ley, coordinatrice del Programma di Sicurezza dell'organizzazione México Evalúa, autrice della ricerca.
    Ma la violenza nell'unico Paese latino del Nord America non è un fenomeno recente. Il traffico di droga e la tratta di esseri umani legati ai movimenti migratori segnano da decenni le cronache di molti dei suoi 32 Stati e si sono aggravati in seguito al tentativo del governo di dichiarare la guerra ai cartelli durante i sei anni di mandato di Felipe Calderón (2006-2012).
    Il risultato è stato tragico: la pace precaria che esisteva tra i gruppi criminali che controllano l'immenso territorio messicano si è sgretolata e il numero delle morti violente nel Paese è passato da 60mila durante il governo di Vicente Fox (2000-2006) a 122mila alla fine dell'amministrazione Calderón.
    La tendenza è continuata durante il periodo di Enrique Peña Nieto (150mila morti tra il 2012 e il 2018) e si è impennata negli ultimi sei anni, arrivando a 180mila morti durante la presidenza di Andrés Manuel López Obrador.
   

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