La drastica politica di tagli
alla spesa portata avanti dal governo ultraliberista di Javier
Milei sta mettendo in crisi l'università pubblica in Argentina a
causa di una riduzione dell'80% delle assegnazioni nel contesto
inoltre di un aumento esponenziale dei costi a causa
dell'inflazione al 287% annuo. Lo denunciano da settimane i
rettori di diversi atenei precisando che i fondi sono
sufficienti per mantenere in funzionamento le università solo
fino a maggio e che la situazione in alcune facoltà è già
critica.
A destare l'allarme nelle ultime ore è una delibera del
rettorato dell'Università di Buenos Aires (Uba) - la principale
del Paese e che da anni figura costantemente tra le migliori 100
università al mondo - dove si indicano le "misure per affrontare
l'emergenza di bilancio". Tra queste si raccomanda il non uso
del riscaldamento con aria condizionata ad eccezione degli
ospedali e solo per i pazienti; il non uso di illuminazione
elettrica di giorno negli ambienti con luce naturale e negli
spazi comuni; l'uso degli ascensori solo da parte di persone
disabili; la sospensione dei concorsi di ricerca ad eccezione di
quelli che abbiano già una partita assegnata. L'ospedale
'Clinicas' di Buenos Aires - il più grande della capitale,
gestito dalla Facoltà di Medicina dell'Università - denuncia in
questo senso di funzionare già al 40% delle sue capacità e di
aver dovuto spegnere il riscaldamento nelle aree non
strettamente legate alla cura dei pazienti e di aver sospeso
l'uso della luce nelle aree comuni.
Docenti ed alunni hanno iniziato una veglia di protesta che da
giorni raduna centinaia di persone di fronte al Clinicas mentre
per il 23 aprile è prevista una grande manifestazione a difesa
dell'Università e contro i tagli del governo.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA