Colpo di scena nella prima udienza
del processo contro Stefano Conti, il trader italiano agli
arresti a Panama da oltre due anni con l'accusa di tratta di
persone a scopi sessuali. Le sue presunte vittime lo avrebbero
infatti scagionato da ogni accusa sostenendo di essere state
oggetto di "pressioni e minacce da parte del pm".
Lo riferisce all'ANSA il deputato di Fratelli d'Italia (FdI),
Andrea di Giuseppe, presente alla prima udienza del processo.
"L'avvocato delle vittime ha presentato una querela nei
confronti del pubblico ministero affermando che le testimonianze
principali contro Conti erano state estorte attraverso pressioni
e minacce".
"Le vittime affermano di non aver mai fatto il nome di
Conti", precisa inoltre il deputato eletto nella circoscrizione
nord e centro America.
Proprio grazie all'interesse di Di Giuseppe, il trader
italiano aveva ottenuto a ottobre gli arresti domiciliari dopo
aver passato diversi mesi rinchiuso in un carcere di massima
sicurezza in attesa del processo.
Il parlamentare di Fratelli d'Italia ricorda tuttavia che
sono ancora circa duemila gli italiani detenuti all'estero, la
metà dei quali in carcerazione preventiva e spesso anche senza
accuse formali. "Non entro mai nel merito delle accuse perché
non è mio compito, ma da parlamentare il mio ruolo prevede che
io tuteli i miei connazionali e faccia rispettare le leggi
internazionali'', afferma il deputato di FdI che rivendica, tra
le altre cose, il suo operato nel rimpatrio di Chico Forti,
condannato per omicidio negli Usa.
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