Il presidente venezuelano
Nicolás Maduro ha sostenuto che dopo l'uscita di scena negli
Stati Uniti di Donald Trump e l'arrivo del presidente Joe Biden,
"nulla è cambiato" per il Venezuela, dato che "la persecuzione
nei nostri confronti rimane".
In una intervista di fine anno concessa al giornalista
Ignacio Ramonet e rilanciata dalla tv 'all news' venezuelana
Telesur, Maduro ha insistito che con la nuova amministrazione
statunitense "non vi è stato alcun segno di rettifica delle
misure unilaterali crudeli - oltre 400 nell'era Trump - imposte
nei nostri confronti".
Dopo aver ricordato che l'estradizione da Capo Verde negli
Stati Uniti del diplomatico di origine colombiana ma
naturalizzato venezuelano Alex Saab "ha costituito un sabotaggio
di Washington del dialogo fra governo e opposizione venezuelani"
che era stato avviato nell'agosto scorso in Messico, il capo
dello Stato ha sostenuto che "molte cose per Saab devono
cambiare prima che noi possiamo tornare a sederci a quel tavolo
negoziale".
Per quanto riguarda le relazioni con gli Stati Uniti, Maduro
ha quindi osservato: "Chissà quando, e con chi potrà aprirsi la
possibilità di un dialogo bilaterale diretto, coraggioso,
sincero e comprensivo. Magari - ha sottolineato - fosse con il
governo di Joe Biden, ma se si realizza bene, altrimenti
continueremo con la nostra battaglia".
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