Si allenta la pressione sul
presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, sull'orlo delle
dimissioni per aver nascosto al fisco sotto i cuscini di un
divano almeno 580 mila dollari evitando pure di denunciare alla
polizia quando gli furono rubati.
Il comitato esecutivo nazionale (Nec) del suo partito al
potere dalla fine dell'Apartheid nel 1994, l'African National
Congress (Anc), ha sciolto una seduta che doveva essere decisiva
per la sua sorte politica.
L'aggiornamento viene segnalato il sito Eyewitness News
citando una fonte ufficiale del partito e precisando che il Nec
tornerà a riunirsi solo dopo che un "Comitato di lavoro
nazionale" (Nwc) avrà esaminato il rapporto pubblicato mercoledì
sera da una speciale commissione parlamentare d'inchiesta.
Nel dossier si sostiene che Ramaphosa "potrebbe aver commesso
(...) violazioni e errori" in relazione al furto con scasso del
2020 in un sua fattoria-allevamento. Si tratta di 580.000
dollari in contanti nascosti sotto i cuscini del divano di "una
camera degli ospiti poco utilizzata".
Il presidente in passato aveva ammesso che la somma,
derivante dalle vendita di bufali a un sudanese, era stata
rubata da "sotto un sofà" del suo ranch, come da mesi scrivono i
media da quando, in giugno, è emersa la vicenda.
All'epoca un ex-capo dei servizi segreti e rivale politico
del presidente, Arthur Fraser, sporse denuncia alla polizia
sostenendo che Ramaphosa aveva tenuto nascosto il furto di una
somma tra i quattro e gli otto milioni di dollari subito nel
febbraio 2020 nella sua tenuta "Phala Phala" nel nord-est del
Paese, dove il denaro era nascosto all'interno di mobili: invece
di avvertire le autorità, il presidente avrebbe organizzato un
sequestro dei ladri per convincerli a mantenere il segreto
corrompendoli o quantomeno contato su indagini private condotte
dal capo della sicurezza presidenziale, hanno riferito
autorevoli media.
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