L'ex primo ministro della
Thailandia, Thaksin Shinawatra, potente sostenitore del governo
al potere, è stato formalmente incriminato per aver insultato la
monarchia, in base alle severe leggi del regno, in commenti
fatti quasi un decennio fa.
Il caso contro il miliardario 74enne, eletto due volte
premier e spodestato con un colpo di stato militare nel 2006, è
uno dei quattro in corso di giudizio che potrebbero scatenare
una nuova instabilità politica nel regno, soggetto a colpi di
stato. Thaksin, patriarca del partito Pheu Thai che guida la
coalizione di governo, è accusato di lesa maestà per
un'intervista rilasciata ai media sudcoreani nel 2015. Il reato
è punibile da tre a 15 anni di carcere. A Thaksin è stata
concessa la libertà su cauzione. In Thailandia vigono alcune
delle leggi sulla diffamazione reale più severe al mondo, che
proteggono il re Maha Vajiralongkorn e i suoi familiari più
stretti. I critici affermano che le leggi sono usate
impropriamente per soffocare il legittimo dibattito politico e
che il loro uso è aumentato dopo le proteste di piazza
anti-governative guidate dai giovani nel 2020 e nel 2021.
Secondo l'associazione degli avvocati thailandesi per i
diritti umani, che si occupa di molti casi, Thaksin è il nome
più importante tra le oltre 270 persone accusate in base a
queste leggi dopo le proteste.
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