Diventano tesi anche a sinistra i
negoziati per un accordo elettorale in vista della presentazione
delle liste per le legislative. Le trattative sono state sospese
questa mattina non soltanto sul tema della ripartizione delle
circoscrizioni, come affermato nella versione ufficiale fornita
dal patron dei comunisti, Fabien Roussel. Ma anche - secondo
informazioni di Libération - su alcuni temi di fondo sollevati
in particolare dai socialisti e da Raphael Glucksmann nei giorni
scorsi: l'antisemitismo, più nel dettaglio le parole usate per
definire il 7 ottobre e la guerra di Gaza.
Da mesi l'antisemitismo è diventato un dibattito nella
gauche, anche la campagna per le europee è stata macchiata
addirittura da attacchi antisemiti a Glucksmann, che ha portato
la coalizione del PS con il suo Place Publique al terzo posto
dietro l'estrema destra e i macroniani.
L'entourage di Glucksmann, nei negoziati avviati fin da
martedì, ha fatto notare come gli attacchi antisemiti siano
stati fomentati dalle intemperanze degli aderenti a La France
Insoumise nei suoi confronti.
La delegazione di Place Publique è giunta a chiedere che i
deputati della sinistra più radicale si sottopongano a corsi di
formazione sull'antisemitismo. I seguaci di Jean-Luc Mélenchon
si sono sentiti nel mirino, e si sono irrigiditi nella
trattativa. Fra l'altro, non hanno finora neppure accettato di
escludere dalle liste - come chiedono socialisti ed ecologisti -
il deputato Adrien Qauatennens, condannato per violenze
domestiche.
Per Roussel, "le soluzioni si troveranno", ma una fonte degli
ecologisti sostiene che "c'è un blocco sulle circoscrizioni da
ripartire fra socialisti e France Insoumise".
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