Migliaia di pachistani hanno
protestato oggi contro il presidente della Corte Suprema, dopo
che ha emesso una sentenza sulla blasfemia che ha scatenato
reazioni online e minacce di morte.
La campagna contro il presidente della Corte Suprema, Qazi
Faez Isa, è iniziata dopo che ha ordinato il rilascio di un uomo
appartenente alla setta religiosa degli Ahmadi, considerata
eretica dagli studiosi musulmani integralisti. L'uomo era stato
accusato di aver diffuso un testo Ahmadi proibito, che i
chierici più accaniti considerano equivalente alla blasfemia -
una questione molto contestata nel Pakistan a maggioranza
musulmana, dove anche accuse non provate di offesa all'Islam
hanno scatenato la violenza. Circa 3.000 persone si sono riunite
in comizi nella città nord-occidentale di Peshawar dopo la
preghiera del venerdì. La folla ha bloccato le strade e cantato
"Morte ai qadiani" - un insulto riferito agli ahmadi - e "Viva
l'Islam". Ieri sera la Corte Suprema ha rilasciato una
dichiarazione in cui difendeva la sua sentenza, negando che
andasse contro la Costituzione islamica del Pakistan.
La sentenza del giudice Isa era passata inosservata due
settimane fa, prima di essere messa in evidenza da account di
social legati al partito Tehreek-e-Labbaik Pakistan, che ha
scatenato violente proteste contro la blasfemia. I post che
chiedono le sue dimissioni sono stati condivisi migliaia di
volte sui social.
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