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Netanyahu gela Biden, migliaia a Tel Aviv contro il governo

Netanyahu gela Biden, migliaia a Tel Aviv contro il governo

Guterres: 'Rifiuto della soluzione a 2 Stati inaccettabile'

DAMASCO, 21 gennaio 2024, 00:10

Redazione ANSA

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Protesta a Tel Aviv © ANSA/EPA

Protesta a Tel Aviv © ANSA/EPA
Protesta a Tel Aviv © ANSA/EPA

Benyamin Netanyahu gela di nuovo Joe Biden aprendo un nuovo scontro con gli Usa sulla guerra a Gaza. Se infatti il presidente americano aveva definito "non impossibile" la creazione di uno Stato palestinese con Netanyahu al governo dopo il colloquio telefonico di venerdì - il primo dopo 27 giorni di teso silenzio tra i due -, il premier israeliano evidentemente irritato per le indiscrezioni trapelate ha replicato che nella Striscia non ci potrà mai essere una sovranità palestinese dell'Anp di Abu Mazen, perché striderebbe con le esigenze di sicurezza dello Stato ebraico. "Israele - ha chiarito l'ufficio di Netanyahu - deve mantenere il pieno controllo della sicurezza della Striscia per garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia, e questo è in conflitto con la richiesta di sovranità palestinese".

Mentre un raid attribuito a Israele ha ucciso a Damasco 5 pasdaran iraniani - tra cui il capo dell'intelligence dei Guardiani della rivoluzione in Siria e il suo vice -, Netanyahu ha affermato che la sua è una posizione "coerente" da anni e ribadita anche nella conferenza stampa tenuta il giorno precedente il colloquio con Biden. Tuttavia il premier appare sempre più isolato sulla scena internazionale e non solo. Le proteste contro il suo governo stanno dilagando anche all'interno del Paese.

In serata migliaia di persone hanno sfilato a Tel Aviv chiedendo lo scioglimento della Knesset e le dimissioni di Netanyahu. Venerdì sera un'analoga manifestazione si è svolta a Cesarea, vicino alla casa del primo ministro, con le famiglie degli ostaggi che hanno avanzato le stesse richieste. E le turbolenze nel Likud non fanno che aumentare.

Sul fronte internazionale il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha bollato come "inaccettabile il rifiuto della soluzione dei due Stati e la negazione del diritto ad uno Stato per il popolo palestinese". "Ciò - ha osservato il capo delle Nazioni Unite - prolungherebbe indefinitamente il conflitto, che è diventato una grave minaccia per la pace e la sicurezza globale, esacerberebbe la polarizzazione e incoraggerebbe gli estremisti ovunque". Stessi toni da parte dell'Alto rappresentante Ue Josep Borrell, che anzi è andato oltre accusando il governo Netanyahu di aver "finanziato Hamas nel tentativo di indebolire l'Autorità palestinese". Per tornare agli Stati Uniti, la delusione nei confronti del governo di destra israeliano, non solo alla Casa Bianca, è palese: 60 deputati democratici hanno chiesto al segretario di Stato Antony Blinken di reimpostare i rapporti con il governo di Gerusalemme, sordo a qualsiasi richiesta dell'amministrazione Usa. "Netanyahu - ha notato Thomas Friedman, uno dei maggiori analisti del New York Times - si sta rivoltando contro Joe Biden, che quest'anno sembra avviato a correre due volte: una in America contro Donald Trump e una in Israele contro Netanyahu".

Un attacco alle parole di Biden e alla soluzione dei 2 Stati è arrivato peraltro anche da Hamas, d'accordo in questo con Netanyahu anche se per ragioni diametralmente opposte: "Vendere l'illusione che Biden stia cercando di parlare dello Stato palestinese non inganna il nostro popolo - ha avvertito il rappresentante della fazione islamica Hamas Izzat al-Richiq -. Biden è un partner a pieno titolo nella guerra del genocidio e il nostro popolo non si aspetta nulla di buono da lui". Hamas ha quindi cavalcato la questione degli ostaggi, che sta spaccando lo Stato ebraico. "Alla fine - ha vantato Musa Abu Marzuk, membro dell'ufficio politico della fazione - Israele sarà costretto a raggiungere un accordo, perché in più di 100 giorni di guerra non è riuscito a recuperare alcun prigioniero con la forza. Quindi o li riporterà indietro tramite un'intesa con il movimento o li riavrà cadaveri".

Al 106esimo giorno di guerra comunque, Israele ha continuato a martellare la Striscia, dove ha distrutto materiale pronto per la fattura di circa 800 razzi. Mentre Teheran ha promesso vendetta per il raid a Damasco: "La Repubblica islamica non lascerà senza risposta i crimini del regime sionista", ha avvertito il presidente iraniano Ebrahim Raisi.

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