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Meloni: 'La Via della Seta non ha dato i risultati attesi'

Meloni: 'La Via della Seta non ha dato i risultati attesi'

La premier: "Dal Pnrr risorse per imprese, centrodestra insieme anche in Ue"

PECHINO, 07 dicembre 2023, 21:31

Redazione ANSA

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Meloni ad Asti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Meloni ad Asti - RIPRODUZIONE RISERVATA
Meloni ad Asti - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Via della Seta abbandonata perché "non ha dato i risultati attesi". La revisione del Pnrr che ha "evitato problemi" e generato "12 miliardi per le aziende", rivendicata davanti al presidente di Confindustria Carlo Bonomi. E la convinzione che il centrodestra possa stare in Europa "con il perimetro che già conosciamo in Italia". Giorgia Meloni passa in poche ore da Milano ad Asti per firmare gli Accordi di coesione con Lombardia e Piemonte, e manda messaggi in varie direzioni. Il primo ricalca un concetto già formalizzato a Pechino nei giorni scorsi, nella convinzione che comunque "si debbano mantenere e migliorare rapporti di cooperazione commerciale ed economica con la Cina", come ha sintetizzato la premier in un punto stampa dopo un bagno di folla fra gli stand di Artigiano in Fiera, a Milano. Ancora non è programmato un suo viaggio nella Repubblica popolare nel 2024, quando cade l'anniversario dei 700 anni della morte di Marco Polo nonché il ventennale del partenariato strategico avviato da Silvio Berlusconi, che il governo di centrodestra vuole rilanciare. Intanto Meloni risponde a chi fu artefice dell'accordo con il governo cinese e oggi definisce "un autogol" la mossa di Palazzo Chigi.

"Conte - spiega la leader di FdI - ci deve spiegare perché siamo l'unica nazione che ha aderito alla Via della Seta ma non quella che ha gli interscambi maggiori con la Cina, neanche tra le economie europee". Il resto delle opposizioni è silente su questo tema. A parte Davide Faraone, capogruppo di Iv: "È importante capire cosa ne pensi anche la Lega, ormai in disaccordo quasi su tutto rispetto alla premier e a FI". Nel 2019 Conte dovette superare lo scetticismo di Matteo Salvini, per i rischi su sicurezza nazionale e controllo dei porti. Oggi premier e vicepremier sono allineati sull'idea di voltare pagina. I due si sono visti anche a un pranzo solidale organizzato a Milano (c'era pure il sindaco Giuseppe Sala, con cui Meloni ha concordato una nuova visita a gennaio o febbraio), all'indomani del faccia a faccia a Palazzo Chigi, utile a "confermare" una sintonia che ultimamente sembrava incerta. Soprattutto sul tema delle alleanza europee. "Si può far parte di famiglie politiche europee differenti e governare molto bene in Italia e, dico di più, provare a governare insieme con un'Ue diversa dopo le prossime elezioni europee", la tesi della leader di FdI. Un'idea di coesione che verrà messa alla prova dalla lunga campagna elettorale. Nonché da alcuni delicati dossier (dal Mes alle concessioni balneari) e dalle candidature per le amministrative.

Ad Asti Meloni ha visitato il mercatino di Natale ("Per sentirmi una persona normale ogni tanto"), in una giornata di contatti costanti con Bruxelles, dove si gioca la trattativa sul Patto di stabilità. Un sorso del vin brûlé che "a fa' passè tuti i sagrin" (fa passare tutti i grattacapi) non scaccia tutti i pensieri. Dopo l'incontro con Salvini è rientrata la frattura nella giunta provinciale a Trento, ma all'indomani la Lega per la Sardegna rilancia "con determinazione" sul governatore uscente Christian Solinas, ipotesi a cui FdI si è finora opposta. Anche sulla pista da bob per le Olimpiadi ci sono spinte opposte. Salvini ha rilanciato su Cortina. Mentre c'era un'allusione a Cesana nelle parole con cui Meloni ha sottolineato come l'Accordo di coesione con il Piemonte valorizzi gli asset per gli sport invernali: "Poi - vediamo se si riuscirà a fare qualcosa di più. Io e Cirio ci siamo capiti...". Poco prima sul palco del Teatro Alfieri di Asti aveva parlato il 23enne Edoardo De Faveri, il più giovane sindaco d'Italia, senza nascondere l'emozione. "Mi fido molto di più di chi ancora riesce ad emozionarsi", gli ha detto la premier, che ha rivendicato l'obiettivo di far diventare l'Italia "con un po' di coraggio l'hub di approvvigionamento energetico dell'Europa intera". Centrato anche il bersaglio della revisione del Pnrr. "Quando abbiamo approvato la manovra qualcuno ha detto non c'era la necessaria attenzione alle imprese - ha osservato -: non c'era perché stavamo facendo il lavoro di revisione del Pnrr che avrebbe generato 12 miliardi per le aziende". (

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