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Record di emissioni di CO2 nel 2022

Record di emissioni di CO2 nel 2022

La crisi climatica ha causato 36 miliardi di danni solo in Asia

11 novembre 2022, 18:17

Redazione ANSA

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Una donna posa davanti al Centro congressi di Cop27in Sharm El-Sheikh, in Egitto, EPA/SEDAT SUNA © ANSA/EPA

Una donna posa davanti al Centro congressi di Cop27in Sharm El-Sheikh, in Egitto, EPA/SEDAT SUNA © ANSA/EPA
Una donna posa davanti al Centro congressi di Cop27in Sharm El-Sheikh, in Egitto, EPA/SEDAT SUNA © ANSA/EPA

Le emissioni di anidride carbonica (CO2) prodotte dal consumo di combustibili fossili - petrolio, gas o carbone - supereranno il loro livello record nel 2022. Lo rivela uno studio del progetto Global carbon, che sarà presentato a Sharm el Sheikh in occasione della Cop27. Le emissioni totali di questo gas serra - la principale causa del riscaldamento globale, comprese quelle prodotte dalla deforestazione - torneranno quasi ai livelli del 2019, lasciando a questo ritmo solo una possibilità su due di evitare di arrivare a un riscaldamento di 1,5° C in nove anni.

Gli effetti della crisi climatica si fanno già sentire nel mondo. Le perdite economiche da siccità, alluvioni e frane sono schizzate verso l'alto in Asia: nel 2021, i disastri meteorologici hanno causato un danno totale di 35,6 miliardi di dollari, colpendo  48,3 milioni di persone, secondo un nuovo rapporto della Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), presentato stamane alla Cop27 di Sharm el-Sheikh. I danni economici da siccità in Asia nel 2021 sono aumentati del 63% rispetto alla media dei vent'anni precedenti (2001-2020), i danni da alluvioni del 23% e quelli da frane del 147%.

 L'anno scorso ci sono stati oltre 100 disastri naturali nel continente: l'80% sono stati alluvioni e tempeste. I morti sono stati circa 4 mila, l'80% a causa delle alluvioni. Queste hanno causato il maggior numero di perdite di vite umane e di danni economici, la siccità ha colpito il maggior numero di persone. Nel 2021 le inondazioni hanno causato i danni economici più grandi in Cina (18,4 miliardi di dollari), seguita da India (3,2 miliardi) e Thailandia (0,6 miliardi). Le tempeste hanno causato danni soprattutto in India (4,4 miliardi), Cina (3 miliardi) e Giappone (2 miliardi). L'investimento annuale in adattamento dovrebbe essere di 188,8 miliardi di dollari in Cina, di 46,3 miliardi in India e di 26,5 miliardi di Giappone. Come percentuale del Pil nazionale, il costo più alto è stimato per il Nepal (1,9%), seguito da Cambogia (1,8%) e India (1,7%), stima la Wmo.

Numerosi esperti intanto si dicono preoccupati: hanno paura che la Cop27 dell'Onu non sia sufficiente ad arginare l'emergenza climatica e chiedono un maggior impegno internazionale. Si riuniscono a Rovereto per l'ottava edizione di Festivalmeteorologia, l'appuntamento promosso dall'Associazione Italiana di Scienze dell'Atmosfera e Meteorologia (Aisam), dall'Università di Trento, dal Comune di Rovereto e dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto. "Dal collegamento che abbiamo fatto questa mattina con Sharm el-Sheikh è emersa una certa fatica a raggiungere gli obiettivi previsti per questa Cop 27, anche perché i delegati non stanno lavorando in condizioni ottimali", dice all'ANSA Dino Zardi, fisico dell'atmosfera all'Università di Trento e ideatore e coordinatore scientifico del festival.

"Il timore è che la discussione stia arrancando e che si faccia fatica a convergere su qualche decisione concreta. Si percepisce un rischio di fallimento e tutte le volte che in queste sedi internazionali non si raggiungono risultati, è tempo perso per la mitigazione dei cambiamenti climatici". Secondo l'esperto servirebbe un maggior impegno internazionale, perché "l'atmosfera del Pianeta non conosce confini. Anche per capire che tempo farà da noi dobbiamo guardare al di là del territorio nazionale, ad esempio a quello che accade sull'Atlantico, nel nord Europa, in Siberia e in nord Africa: per questo chi lavora nella meteorologia deve coordinarsi a livello internazionale".

L'interscambio dei dati è essenziale per le previsioni. Inoltre, gli investimenti necessari per costituire e gestire grandi infrastrutture (come i satelliti meteorologici o i supercalcolatori che simulano l'evoluzione del tempo e del clima) richiedono impegni sovranazionali, come il Consorzio europeo per la meteorologia satellitare (Eumetsat) o il Centro meteorologico europeo (Ecmwf). "In queste reti internazionali l'Italia ha un ruolo importante, ma non sempre di leadership", osserva Zardi. "Con un maggiore impegno diplomatico da parte delle autorità nazionali potremmo vedere meglio rappresentate le nostre istanze, ottenendo più vantaggi e, in ultima analisi, previsioni meteo più accurate".

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