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Ucraina, il punto alle 16. Kiev, contro di noi bombe a grappolo

Ucraina, il punto alle 16. Kiev, contro di noi bombe a grappolo

Blinken: 'Nessun cambio regime a Mosca'. Papa: 'Guerra insensata'

ROMA, 27 marzo 2022, 16:26

Redazione ANSA

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Un paese vicino Irpin © ANSA/EPA

Un paese vicino Irpin © ANSA/EPA
Un paese vicino Irpin © ANSA/EPA

Continuano senza sosta, nel 32esimo giorno di invasione, gli attacchi delle milizie russe contro le città ucraine e nel mirino ci sono residenze civili. Le truppe russe hanno usato anche bombe a grappolo in una zona residenziale di Krasnohorivka, nella regione di Donetsk, denuncia Kiev spiegando su Telegram che "il nemico ha sparato dai lanciarazzi multipli Tornado-C nel settore residenziale di Krasnohorivka. Le truppe russe hanno usato munizioni a grappolo vietate. Le munizioni sono cadute nelle strade del settore privato". La difesa ucraina dal canto suo reagisce incendiando nella cittadina di Henichesk, sul Mare d'Azov, nella regione di Kherson, la sede dei militari russi. Ma il ministero ucraino della Difesa, citato dalla Bbc, informa che è stato ucciso il settimo generale russo sul campo: Yakov Rezantsev è stato colpito durante un attacco vicino a Kherson.

Ma le armi ucraina non bastano. Lo ha ribadito, la notte scorsa, il presidente Zelensky in un nuovo video nel quale torna a chiedere aiuto all'occidente. "E' impossibile salvare Mariupol senza altri tank e aerei". "L'Ucraina - ha spiegato - Non può abbattere i missili russi con fucili e mitra" e ha denunciato la lentezza nelle forniture al suo Paese. "Chi guida la comunità Euro-atlantica? E' ancora Mosca, attraverso l'intimidazione?", si è chiesto polemicamente. Rimangono intanto tese le relazioni Usa-Russia dopo le parole pronunciate dal presidente Biden in visita in Polonia nei confronti di Putin. Nonostante le precisazioni della Casa Bianca prima e del segretario di stato Blinken in visita in Israele secondo il quale gli Stati Uniti non hanno alcuna strategia per un cambio di regime in Russia. Resta il peso delle parole. Ieri Biden aveva definito prima 'macellaio' e poi 'dittatore' il presidente russo dicendo anche che "non può restare al potere".

Ma l'interpretazione ma Blinken ha spiegato di ritenere che "il presidente e la Casa Bianca ieri sera hanno sottolineato semplicemente che Putin non può avere il potere di fare una guerra o impegnarsi in un'aggressione contro l'Ucraina o contro chiunque altro". La replica del Cremlino era stata immediata: 'non sta agli Usa decidere chi governa sulle rive della Moscova'. E oggi il presidente francese Emmanuel Macron dice che non userebbe nei confronti di Putin la parola 'macellaio', e invita a non alimentare una escalation di parole o di azioni, facendo sapere che domani o dopodomani parlerà al telefono con Putin per organizzare un'operazione di evacuazione di civili dalla città di Mariupol. Da Londra, invece, il segretario all'Istruzione, Nadhim Zahawi, afferma che "sta al popolo russo decidere da chi essere governato"; mentre la Turchia sottolinea che non bisogna bruciare i ponti con Mosca, perché il dialogo deve continuare.

La diplomazia però non si ferma. La Turchia e altre nazioni devono ancora parlare con la Russia per aiutare a porre fine alla guerra in Ucraina, ha detto oggi il portavoce presidenziale della Turchia Ibrahim Kalin, citato dal sito della Reuters, aggiungendo che Kiev ha bisogno di più sostegno per difendersi. "Se tutti bruciano i ponti con la Russia, chi parlerà con loro alla fine della giornata?", ha affermato Kalin al forum internazionale di Doha, citato dal Guardian.

Anche il Papa torna anche oggi a invocare la pace e chied edi "ripudiare la guerra" "dove i potenti decidono e i poveri muoiono". Una guerra crudele e insensata". Ma secondo Kiev, dopo aver fallito nel tentativo di prendere il controllo di tutta l'Ucraina, la Russia ora cerca di dividerla in due per creare una regione controllata dal Cremlino. Nell'autoproclamata Repubblica di Lugansk, est del paese, presto potrebbe arrivare un referendum per decidere l'annessione a Mosca. "Una farsa" è la replica ucraina. "Se ci sarà mai un referendum sarà fasullo", commenta Maksim Zhorin, terzo comandante della brigata Azov, originario della città del Donbass, attualmente operativo nell'Oblast di Kiev.   

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