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Via dalla guerra, Natalia muore appena arrivata a Roma

Via dalla guerra, Natalia muore appena arrivata a Roma

La profuga ucraina era fuggita con i figli, un viaggio di oltre 24 ore

ROMA, 19 marzo 2022, 08:08

Redazione ANSA

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Una donna rifugiata © ANSA/AFP

Una donna rifugiata © ANSA/AFP
Una donna rifugiata © ANSA/AFP

   Un viaggio lungo più di un giorno, via dalle bombe, via dalla propria terra con quel poco che ti puoi trascinare dietro e quel tanto che la vita ti ha concesso, i tuoi figli. Natalia, 46 anni, è riuscita a salvarsi dalla violenza della guerra ma non dal destino: arrivata a Roma, ormai al sicuro con i suoi piccoli di 10 e 11 anni, appena scesa dal bus ha avuto un malore, si è accasciata a terra ed è morta davanti ai figli. Anche questa è una tragedia della guerra che si è consumata però a Roma: Natalia Kretova poco dopo le 7, al suo arrivo nella Capitale, ha fatto in tempo a scendere dal bus che aveva preso a Leopoli, pochi minuti di serenità, e ha subito sentita una fitta al petto. Un malore, di cui sono ancora ignote le cause, l'ha fatta accasciare a terra tra l'incredulità dei passanti. Accanto a lei, mano nella mano, i suoi due bambini hanno subito iniziato a urlare e a piangere. La polizia ha avvisato il 118: il personale una volta arrivato, nonostante i ripetuti tentativi fatti per rianimarla, non ha potuto che constatare il decesso.

    A far da scudo e a consolare i due bambini è da subito intervenuta una suora, con loro passeggera sul pullman Leopoli - Roma. Per tutto il viaggio Natalia aveva parlato con la religiosa, da tempo impegnata in missioni umanitarie e ultimamente attiva nel soccorso alla popolazione ucraina colpita dalla guerra.

    La suora ha subito protetto i due bambini che ora si trovano in una struttura di accoglienza ospitata in un monastero in provincia di Roma. I servizi sociali si prenderanno cura della loro età e della loro tragica esperienza.

    Natalia aveva lasciato Kremenchuck, la cittadina sulle rive del fiume Dnipro dove viveva con la sua famiglia, quando l'avanzata dei russi verso Kiev era diventata una realtà. Il 16 marzo aveva deciso di intraprendere il viaggio della salvezza: con i suoi due figli, dopo avere raggiunto Leopoli, ha preso un pullman direzione Roma. Più di un giorno di viaggio, la paura e il dolore di essersi lasciata tutta una vita dietro forse sono stati più forti del sollievo di avercela fatta ed essere arrivata in una terra di pace. Appena scesa da quel bus il malore e la morte. Ma è riuscita a mettere in salvo i suoi bambini.    

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