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Nuove minacce di morte per premio nobel congolese Mukwege

Nuove minacce di morte per premio nobel congolese Mukwege

Bachelet, un eroe che va difeso

ROMA, 31 agosto 2020, 13:06

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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    Intimidazioni, lettere con minacce di morte punteggiano la vita del premio nobel Denis Mukwege ma negli ultimi tempi i messaggi di odio per lui e la sua famiglia sono aumentati. A denunciarlo è la responsabile dei diritti umani delle Nazioni Unite, Michelle Bachelet, che rileva come l'intensificarsi delle minacce è seguito alla richiesta del medico congolese di creare un tribunale penale internazionale per la Repubblica Democratica del Congo per giudicare ''i gravi crimini commessi contro la popolazione civile''. Nell'ottobre 2012 Mukwege è stato anche oggetto di un violento attacco armato, da cui si è salvato insieme alla sua famiglia grazie all'intervento delle truppe della Missione delle Nazioni Unite nella Repubblica democratica del Congo.
    "Voce che si alza forte'' contro i responsabili delle violenze sessuali come arma di guerra in Congo, Mukwege ha documentato centinaia di gravi violazioni dei diritti umani avvenute nella parte orientale del Paese tra il 1993 e il 2003.
    ''Ciò ha contribuito a identificare in molti casi i gruppi ritenuti responsabili di questi crimini'', sottolinea Bachelet.
    "La sua vita ora sembra essere in grave pericolo", ha detto l'Alto Commissario, chiedendo "un'indagine efficace, tempestiva, approfondita e imparziale sulle minacce che gli sono state rivolte".
    Per Bachelet, è essenziale che i responsabili di tali atti siano assicurati alla giustizia, sia per proteggere la vita di Mukwege sia per dissuadere coloro che attaccano, minacciano o intimidiscono il personale medico e i difensori dei diritti umani che, come lui, "lavorano per il benessere del popolo congolese, spesso in circostanze eccezionalmente difficili".
    Mukwege, che ha fondato e gestisce l'ospedale Panzi di Bukavu, è stato insignito del Premio Nobel per la pace 2018 per i suoi decenni di lavoro per migliaia di donne vittime di violenza sessuale nel Congo orientale.
   

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