In Brasile, la società mineraria
Vale, proprietaria della diga di Brumadinho il cui crollo ha
provocato almeno 165 morti e 160 dispersi, sapeva già dal 2018
che l'impianto aveva un alto rischio di rottura e che avrebbe
potuto provocare la morte di oltre 100 persone, secondo quanto
riferito da un documento interno all'azienda citato in esclusiva
da Reuters. Il rapporto, datato 3 ottobre 2018, classificava la
diga di Brumadinho nello stato del Minas Gerais con una
probabilità due volte maggiore di crollare rispetto al livello
massimo di rischio tollerato dalle linee guida interne.
Il rapporto inseriva la diga in una "zona di allarme", e
segnalava che un cedimento della struttura poteva costare alla
compagnia 1,5 miliardi di dollari. La diga era stata
contrassegnata per la disattivazione.
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