La tesi secondo cui le ragazze si recano in Siria meramente per divenire "spose della jihad" nel territorio controllato dall'Isis è "semplicistica e mina gli sforzi per prevenire la radicalizzazione di altre giovani donne". Lo afferma l'Institute for Strategic Dialogue and the International Center for the Study of Radicalization del King's College di Londra, in uno studio sul fenomeno.
"Non vengono prese sul serio", dice uno degli autori, Melanie Smith. Le ragazze "si vedono come pellegrini che si imbarcano nella missione di trasformare la regione in un'utopia islamica. Le donne nello Stato islamico non possono combattere, anche se per molte di loro "questa è una delle aspirazioni", prosegue il rapporto.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA